Chi non ci capisce, föra.

Pubblicato il 30 Luglio 2009

Anche questa settimana la Lega nord ha conquistato i titoli dei giornali italiani con la sua ultima proposta shock: subordinare la nomina degli insegnanti al superamento di un test che provi la loro conoscenza del dialetto e della cultura della regione in cui intendono lavorare. L'idea è stata parzialmente ritrattata dopo l'accoglienza di condanna e dileggio che ha ricevuto. È comunque rimasta uno dei temi principali degli oziosi dibattiti estivi.

La Repubblica propone un'inchiesta sullo stato di salute degli oltre seimila dialetti che testimoniano la tormentata storia d'Italia. Basandosi su uno studio dell'Istat, il quotidiano afferma che "l'utilizzo esclusivo del dialetto, soprattutto nell'ambito familiare, è diminuito 'significativamente' nel tempo. In pochi anni si è praticamente dimezzato, passando dal 32% del 1988 al solo 16% del 2006", nonostante gli sforzi profusi dai ministri leghisti per proteggere le peculiarità linguistiche padane. Ciò porta Dario Fo, premio Nobel e autore di diverse commedie in dialetto, a definire "insensata" la proposta della Lega. "Il loro unico scopo è, attraverso la storia del dialetto, mandare via i professori del Sud", conclude Fo.

Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.

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