Il 22 marzo l’Unione europea ha adottato per la prima volta “sanzioni mirate” contro la Cina per la violazione dei diritti umani, a causa della violenta repressione della minoranza uigura, etnia turcofona di religione islamica nel territorio autonomo di Xinjiang (estremo ovest della Cina).
Le sanzioni includono il congelamento dei beni finanziari e il divieto di ingresso nell’Ue per quattro funzionari cinesi, ma risparmiano il segretario del partito comunista della regione, considerato il principale artefice della repressione degli uiguri. Pechino ha risposto prendendo di mira quattro organizzazioni e dieci individui, tutti in prima linea sulla questione dello Xinjiang, tra cui cinque eurodeputati Reinhard Bütikofer, Michael Gahler, Raphaël Glucksmann, Ilhan Kyuchyuk e Miriam Lexmann.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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