“Per l’Europa è arrivato il momento di sostenere il peso dei suoi problemi”, si legge nell’editoriale del Financial Times seguito alla pubblicazione di un rapporto del Fondo monetario internazionale (Fmi). L’organizzazione avverte che la Grecia rischia di affrontare un deficit finanziario da luglio 2014 e afferma di non avere intenzione di rispettare l’impegno di contribuire a un piano di aiuti programmato per novembre-dicembre.
L’Fmi ha partecipato al bailout non per ragioni finanziarie ma applicando “la sua abilità rinomata nel disciplinare i destinatari dei suoi prestiti” nel caso un cui non riescano a rispettare gli impegni legati all’austerità, scrive il Ft. Tuttavia l’Ue e l’Fmi hanno incontrato alcune difficoltà durante la loro collaborazione, sfociate nella mancanza di concentrazione su come superare le difficoltà finanziarie della Grecia. Secondo il quotidiano, il fatto che alcuni “poteri emergenti non gradiscano l’esposizione dell’Fmi” ha peggiorato la situazione. Il giornale sostiene che:
La Grecia, il resto dell’eurozona e l’Fmi starebbero meglio se questa incertezza sparisse una volta per tutte. L’Europa potrebbe riuscirci pagando i debiti nei confronti del Fondo, addossandosi la fetta di pagamenti futuri dell’Fmi e cancellando gradualmente la propria esposizione. Se i leader dell’eurozona hanno ragione quando sostengono che il programma sta funzionando, allora i contribuenti non rischiano nulla. Questo cambiamento non basterebbe a risolvere la situazione […], ma liberare l’Fmi da questo matrimonio sgradito con l’Europa metterebbe il Fondo nella condizione di dire chiaramente cosa pensa del programma di salvataggio e costringerebbe l’eurozona a prendere atto dei propri errori politici.