La COP26 è destinata a essere ricordata come un fallimento, come ha affermato l'attivista Greta Thunberg? All'inizio della seconda settimana di negoziati con nuovi inviti all'azione, proteste dei paesi più poveri e nuove promesse deludenti, il vertice sembra trovarsi in difficoltà.
Tutti i paesi presenti moltiplicano le loro promesse, la confusione regna sovrana a Glasgow. Alcuni paesi non si preoccupano nemmeno più di fare bella figura, come l'Australia che, al pari della Cina e degli Stati Uniti, ha annunciato di non voler fare a meno delle centrali di carbone, andando così controcorrente rispetto ai circa 40 paesi che si allineano per la rapida eliminazione di questa risorsa.
Non sono mancate le critiche ai leader del mondo da parte dei giovani attivisti per il clima presenti alla conferenza, per la loro mancanza di ambizione durante le manifestazioni che hanno avuto luogo vicino alla sede della COP26 e in altre città.
Questo articolo ti interessa?
È accessibile gratuitamente grazie al sostegno della nostra comunità di lettori e lettrici. Pubblicare e tradurre i nostri articoli costa. Per continuare a pubblicare notizie in modo indipendente abbiamo bisogno del tuo sostegno.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
Vedi l'evento >