Berlusconi al congresso del Pdl, marzo 2009. (Afp)

Dietro Berlusconi c'è ancora l'Italia

La caricatura di Silvio Berlusconi e della sua italietta che rimbalza da anni sulla stampa estera e ha recentemente trovato nuovo slancio nel turbine di polemiche che avvolge il premier sarà buona per vendere copie, ma non aiuta affatto a capire un paese che è ben più della somma dei suoi luoghi comuni.

Pubblicato il 16 Ottobre 2009
Berlusconi al congresso del Pdl, marzo 2009. (Afp)

È l'opinione dello storico Miguel Gotor, secondo il quale ai giornali stranieri "manca lo sforzo di spiegare che Berlusconi è al governo non solo in virtù di un evidente strapotere mediatico-informativo e del conflitto di interessi, ma soprattutto perché garantisce e rappresenta interessi concreti e reali di ampie fasce della popolazione nel paese e perché non esiste un'alternativa politica credibile nell'altro fronte, in grado di proporre una diversa, e più convincente, idea di Italia." Secondo Gotor, la riduttività di questi cliché non rende giustizia al popolo italiano. "Qualcosa sfugge agli osservatori stranieri: tra l'Italia di Berlusconi che urla al golpe e l'altra che urla al regime, c'è la maggioranza di questo paese". L'articolo originale di Miguel Gotor.

VISTO DAGLI ALTRI

Berlusconi non può più governare

Gli scandali a sfondo sessuale che hanno infiorettato l’estate, i suoi recenti smacchi giudiziari – dopo la revoca della sua immunità da parte della Corte costituzionale potrebbe essere sottoposto a processo per corruzione – e le pressioni esercitate da Silvio Berlusconi sui media affinché non ne parlino hanno spinto molte testate straniere a chiedere le sue dimissioni. La pessima fama del capo del governo italiano all’estero, già minata dalle sue gaffe e dalle sue battute di pessimo gusto, avrebbe infatti ripercussioni sulla credibilità dell’Italia intera. Si è aggiunto all’elenco anche Newsweek: dopo aver evocato “Nerone, i Borgia, panem et circenses, corruzione e dissolutezza”, il settimanale newyorchese afferma che per Berlusconi “è arrivato il momento di andarsene, perché l’Italia non può più permettersi le scappatelle del suo leader playboy”.

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