Idee Riforma dell’Ue

È ora di costruire gli Stati Uniti d’Europa!

Se oggi l’Europa risulta bloccata in parte è dovuto al fatto che le sue istituzioni non si sono adattate alla potenza globale che l’Europa stessa aspira a ricoprire. È dunque necessario abolire quelle istituzioni che ostacolano un funzionamento davvero democratico e sovrano, sostiene François Dupont, di Pulse of Europe.

Pubblicato il 25 Dicembre 2018 alle 08:00

Davanti a una crisi istituzionale denunciata da tempo come strutturale e non congiunturale, l’Ue non osa più affermare con certezza che è in procinto di raggiungere entro il 2025 una costruzione europea capace di proteggere i suoi cittadini da un mondo di giganti politici che scuotono e si impongono sui piccoli stati. La sua struttura organica è una sorta di confederazione di 28 stati che decidono in modo collettivo, e questa modalità l’ha portata da essere esitante a diventare autobloccante.
L’Unione ha competenza su moneta, frontiere esterne e negoziati commerciali internazionali, come uno stato tradizionale...ma non ha voce in capitolo in materia fiscale e sociale. Il suo bilancio in percentuale è ridicolo se confrontato a quello degli Stati Uniti. L’Ue non ha creato quasi nessuna protezione in seguito alla crisi finanziaria del 2008; al contario si è trasformata in un ring, dove i pugili si dividono tra governi arroganti e le loro vittime , seguendo un modello di governance caratterizzato da regole dannose, spesso prive lucidità. Una sorta di timone bloccato in posizione “diritto a prua” che non ha nulla a che fare con la guida attesa, positiva per 513 milioni di passeggeri, da parte di un vero capitano politico eletto dall’equipaggio. È stato promesso, non esiste ancora. Il mare del mondo multipolare si ingrossa.

Cosa bisogna fare di semplice per trasformare l’Ue in Use (Stati Uniti d’Europa)?

Mettere ordine! Le strutture intergovernative ufficiali hanno smesso ormai da tempo di essere funzionali alla costruzione di un grande blocco politico che si guadagni il rispetto di Cina, Stati Uniti o Russia. Sono diventate dei pesi senza alcuna motricità nel completare la trasformazione di questo proto-stato in un vero e proprio stato federale sovrano. Ancor peggio, queste istituzioni si comportano da freno al trasferimento di piene e definitive competenze in materia di diplomazia, difesa, fiscalità e gestione macroeconomica coerente. Ciò comporta che l’euro, che ci protegge dal policy-mix aggressivo del dollaro come dalla scaltra sotto-valutazione del renminbi, è ancora lontano dal suo potenziale di protezione ottimale.
Creare un Senato degli stati o un Senato delle regioni europee permetterebbe di affrancarsi da questi organismi dannosi: Consiglio europeo, Eurogruppo (organo non ufficiale ma comunque molto nocivo), Consiglio dell’Unione europea. Eliminati. Se creiamo un Senato delle regioni europee, può essere eliminato anche il Comitato delle regioni, poiché nei fatti sarebbe quest’ultimo a costituire il Senato europeo.
Di fronte a un potere legislativo europeo finalmente coerente, composto dal nuovo Senato e dall’attuale Parlamento secondo i risultati delle elezioni europee, rimane solamente da costituire un governo sovrano, un vero esecutivo classico, al posto dell’attuale Commissione europea, di cui pochi sentiranno la mancanza, come di recente abbiamo constatato.
In realtà, ci sono troppi pezzi sul tavolo di Bruxelles per riuscire ad assemblare il puzzle completo di uno stato di diritto europeo! Bce, Bei, Cgue, Cedu, Pe, Corte dei conti europea: sono chiaramente organi da conservare e integrare nel Senato, affinché il tutto possa, tecnicamente parlando, funzionare. Non più in modalità neoliberale devastatrice, una modalità “Coppa d’Europa” degli stati campioni, che distrugge ogni fiducia dei cittadini verso l’Ue, bensì secondo gli orientamenti politici dei deputati europei, scelti dai cittadini europei. È così complicato?

Una riforma che arriverà dall’alto?

Ma non culliamoci nelle illusioni. I primi ministri e i capi di governo dei paesi europei sono spesso chiaramente ostili gli uni versi gli altri e arrivano ad attaccarsi a colpi di tweet come dei ragazzini immaturi. Oggi la casa europea sta bruciando a causa dei piromani al suo interno. Ogni tanto, un deputato si permette di pulirsi le scarpe sui documenti di un commissario: che bell’esempio civico per le giovani generazioni di democratici europei!
I miglioramenti omeopatici che talvolta propone qualche governante nazionale ai suoi pari durante il Consiglio europeo, come ad esempio i minuscoli passi doppi in avanti proposti da Parigi o Berlino, non fanno altro che indicare una mancanza di volontà di riuscire a creare uno stato federale capace di tenere a bada gli appetiti di Washington, Pechino e Mosca. Nel frattempo, la qualità della vita in Europa si deteriora e i populismi più virulenti ed eurofobici prendono piede. Anche in ragione di riforme poco credibili provenienti dall’alto, i partiti che hanno governato a lungo, troppo immobilisti, perdono peso ovunque.

Una riforma che arriverà dal basso, dai cittadini?

In realtà sì, questa è l’unica soluzione, ma non arriverà da cittadini qualunque, ma da cittadini coscienti di avere due cittadinanze legittime da utilizzare e per i quali rimettere ordine nel proprio paese e nell’Ue rima con l’idea di rimanere legittimi sovrani dei due livelli di potere, entrambi obbedienti ai canoni dello stato di diritto democratico. Uno federale, l’altro federato. Ma la stessa persona fisica in Europa avente diritto sia alla sua cittadinanza locale sia, dal 1992, alla sua cittadinanza continentale non deve temere che con la creazione degli Use continui ciò che avviene con l’Ue, ovvero che un livello di potere perda la sua capacità sanzionatoria o la sua competenza giudiziaria. E i cittadini che dovrebbero più ardentemente impadronirsi del loro fantastico potere, ovvero agire in tutta legittimità come riformatori dell’Ue, si sentono smarriti: sono questi coloro che, senz’altro, soffrono maggiormente per i danni causati dall’attuale confusione tra due livelli di potere che non sono mai riusciti a tagliare il cordone ombelicale tra stato membro e Ue sovranazionale. Ecco la ragione per la quale per cui i due livelli sono gravemente disfunzionali.

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Di che cosa hanno bisogno i cittadini europei coscienti di esserlo?

Hanno bisogno di idee chiare da rivendicare: riformare loro stessi l’Unione europea, con i loro progetti di miglioramento della struttura istituzionale. Hanno bisogno di un’organizzazione paneuropea che li federi e che faccia da cassa di risonanza. Nient’altro. Non questo il momento di sapere chi in seguito la guiderà e se lo farà con metodo social-democratico o liberal-democratico o con altra ideologia. Ora bisogna riunire tutti i cittadini democratici europei per creare, partendo da questa Unione così ingovernabile, uno stato europeo semplice, efficace e legittimamente controllabile.
EuropaNow! vi aspetta, cari concittadini europei!

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