Analisi Voices of Europe 2024 | Cipro

Cipro, da vent’anni in Europa e unita solo per le elezioni europee

Il 9 giugno 2024, oltre ad essere la data delle elezioni per il parlamento europeo, cade il ventennale dell’ingresso di Cipro nell’Ue. L'occasione per un bilancio del percorso verso l'Europa di un'isola tuttora divisa in due dall'ultimo muro del continente.

Pubblicato il 24 Aprile 2024 alle 17:07
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Senz’ombra di dubbio, Cipro, dopo la parentesi in cui ha fatto parte del Movimento dei paesi non allineati durante la Guerra fredda, si è imposto nel mondo moderno come uno dei paesi più all’avanguardia e dalla forte tradizione democratica. Tuttavia, l’isola non è stata capace di risolvere la questione più rilevante che l’attanaglia, ossia la frattura politica che de facto la divide in due regioni.

La prima, è amministrata dal governo di Cipro guidato dalla comunità greco-cipriota ed è perfettamente integrata nel contesto europeo. Invece, la comunità turco-cipriota coordina la regione settentrionale, sotto la diretta influenza politica e militare di Ankara. Tecnicamente, Cipro fa parte dell’Europa unita nella sua totalità territoriale, ma l’acquis comunitario europeo rimane sospeso fino a quando non risolverà il contenzioso. 

L’Onu e l’Ue propendono per la riunificazione dell’isola in una repubblica federale e condannano la divisione in due stati differenti. Di fatto, sarà solo mediante la riunificazione che Cipro potrà vivere in pace e stabilmente, libera dalla presenza militare turca che ad oggi è dispiegata sul 37 per cento  del territorio cipriota. Fintanto che il problema resterà irrisolto, le due comunità rimarranno schierate e gli attriti con la Turchia continueranno ad arrecare problemi alle relazioni tra l’isola e l’Ue. 

Il 2024 per Cipro è un anno di ulteriori ricorrenze, anche se dal tono più drammatico. Tra queste, spicca l’anniversario dell’invasione e occupazione turca avvenuta 50 anni fa a seguito del colpo di Stato organizzato dall’esercito greco contro il governo in carica al tempo. Sono inoltre trascorsi 60 anni dal Natale di Sangue, periodo in cui i turchi-ciprioti e i greci-ciprioti si sono scontrati in assedi sanguinosi tra la fine del 1963 e il marzo del 1964, quando l’Onu ha deciso di stanziare sull’isola un contingente di caschi blu al fine di prevenire il peggio. 

Un’opportunità mancata

In direzione opposta al percorso storico dell’Ue, la popolazione di Cipro non ha saputo sfruttare il suo status europeo come catalizzatore per la riunificazione, cooperazione e riconciliazione dell’isola. Tra le ragioni alla base di questa mancanza vi è l’assenza di volontà tra i politici ciprioti nel cercare un compromesso e il costante confronto con la Turchia, la quale ha i suoi interessi nell’isola. Una soluzione? Tentare un approccio che possa avvicinare la Turchia all’Ue (ad esempio, tramite l’unione doganale rafforzata e la liberalizzazione dei visti) e la comunità turco-cipriota a un percorso comune di convivenza con quella greca, di modo da portare benefici a tutti. Si tratta di un’alternativa che sarebbe gradita anche all’Onu in termini di rinegoziazione per la riunificazione dell’isola. L’Ue si è detta pronta a un’occasione di questo genere, assicurando supporto e tutti i mezzi di cui dispone per facilitare il processo.   

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