Analisi Voices of Europe 2024 | Danimarca

In Danimarca il dibattito sul clima prende sempre più spazio

Con la maggioranza di governo in calo nei sondaggi, le elezioni europee saranno come una prova di forza per il governo danese.

Pubblicato il 12 Aprile 2024 alle 17:35
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Per il governo centrista della Danimarca, sempre più impopolare, le imminenti elezioni europee rappresentano una sorta di banco di prova di metà mandato. Per la prima volta dalle elezioni legislative del 2022 – e dopo aver introdotto una lunga serie di misure più o meno controverse – la coalizione di governo tra i Socialdemocratici, i Moderati (un nuovo partito di centro) e Venstre (il Partito liberale danese) dovrà sottoporsi al giudizio degli elettori. 

In un contesto in cui la crisi climatica rappresenta di gran lunga il tema più importante per i danesi, gli sforzi del governo a favore dell’ambiente verranno giudicati con grande attenzione, mentre nel paese imperversa un dibattito sulla possibile introduzione di una tassa sulle emissioni di CO2 nel settore agricolo.

A febbraio un sondaggio condotto dall’istituto Epinion per l’emittente pubblica Danmarks Radio e per il sito di analisi politica Altinget ha rivelato che più della metà dei danesi non ha mai sentito parlare di 9 degli 11 candidati principali. In assenza di personalità politiche di spicco, dunque, le elezioni europee di quest’anno si stanno trasformando in una battaglia di potere simbolica tra i principali partiti del paese.

Le elezioni del 2022 hanno prodotto il primo governo di maggioranza degli ultimi trent’anni. Per la seconda volta nella storia del paese, i Socialdemocratici e Venstre – i due principali partiti centristi sui due versanti della tradizionale divisione tra “rossi e blu” ( destra e sinistra, ndr) – hanno deciso di formare un governo insieme. L’unico precedente si era verificato nel 1978, quando l’esperimento si era rivelato fallimentare e l’alleanza era durata poco più di un anno.

Sorprendendo molti osservatori (e nonostante il precedente poco incoraggiante del 1978), dopo le elezioni i socialdemocratici hanno rinunciato a formare un governo di minoranza orientato a sinistra e sostenitore del clima, scegliendo invece di allearsi con Venstre e con i Moderati, partito nato da una costola dei liberali e guidato dall’ex primo ministro Lars Løkke Rasmussen che si era presentato come un pragmatico miscuglio “viola” tra i due partiti tradizionali. 


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