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Voto multiplo e contesto politico agitato, la ricetta ungherese per le europee

Le elezioni europee e quelle locali si svolgeranno contemporaneamente, in un momento politico tormentato, segnato da scandali e dall’emergenza dell'outsider Péter Magyar in un panorama frammentato, ma tuttora dominato dalla Fidesz dell’illiberale premier Viktor Orbán.

Pubblicato il 8 Maggio 2024 alle 11:20
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Già prima degli ultimi sviluppi le imminenti elezioni in Ungheria si annunciavano parecchio interessanti, per diversi motivi. Per la prima volta dopo l’adesione dall’Unione europea, ormai due decenni fa, gli ungheresi voteranno per il parlamento di Strasburgo nella stessa giornata in cui si terranno le elezioni municipali e locali. OItre ai 21 eurodeputati che spettano all’Ungheria, la popolazione eleggerà il sindaco di Budapest, 3.177 altri sindaci, 16.500 consiglieri comunali, 432 consiglieri di contea e 33 consigli rionali. 

Secondo le previsioni verranno depositate circa 33.800.000 schede elettorali, tra cui quella per il parlamento europeo, 7.800 schede municipali e 2.200 schede nazionali. In Ungheria le elezioni europee sono tradizionalmente considerate un’occasione di rivalsa per l’opposizione, frammentata e debole.

La legge elettorale nazionale, ideata specificamente per favorire il partito di governo Fidesz, tende a forzare coalizioni tra i partiti di sinistra e quelli di estrema destra, ma alle elezioni europee il sistema proporzionale permette ai partiti di competere separatamente e ottenere risultati solitamente migliori rispetto al voto interno, quanto meno per la percentuale di seggi. Questa dinamica non nasce necessariamente da un desiderio degli elettori di punire il governo o sostenere l’opposizione. 

Oggi il sistema elettorale ungherese è talmente distorto – tra premi di maggioranza e alterazioni delle circoscrizioni elettorali – che il primo ministro Viktor Orbán e il suo partito populista e nazionalista Fidesz-KDNP possono ottenere i due terzi dei seggi e mantenere la maggioranza anche fermandosi attorno al 50 per cento dei voti. Alle elezioni europee del 2019 Fidesz ha ottenuto 13 seggi incassando il 52 per cento delle preferenze, mentre otto seggi sono andati ai partiti di opposizione. Non è stata certamente una vittoria schiacciante per gli avversari di Orbán, ma comunque il risultato è stato migliore rispetto al solito. 

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Quando il governo di Fidesz ha annunciato che avrebbe organizzato le elezioni locali nella stessa giornata delle europee, il 9 giugno, molti hanno accolto la notizia con sospetto, ipotizzando che si trattasse di un’ennesima manovra elettorale per favorire il partito al potere. Ma non è detto che le cose vadano davvero così. Al momento, infatti, non è chiaro se la concomitanza tra i due voti rappresenterà un vantaggio o uno svantaggio per i candidati vicini al governo. In Ungheria l’affluenza alle europee è generalmente bassa, tra il 30 e il 35 per cento. Lo stesso vale per le elezioni locali. Nel 2019 il paese ha registrato una delle partecipazioni più elevate nella sua storia per le elezioni europee, con il 43,58 per cento, comunque un dato inferiore del 10 per cento rispetto alla media europea. 

La compresenza delle elezioni locali potrebbe provocare un rimescolamento delle carte. Gli elettori dei centri urbani, infatti, tendono a partecipare di più alle elezioni europee, dunque Fidesz potrebbe aver tentato di favorire il voto delle campagne inserendo anche l’elezione dei sindaci.

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