Attualità Il capolinea dell’euro 4/4

Finale di partita a Shanghai

Ultima puntata della fiction politica di Le Monde. Al termine di una lunga inchiesta, una giornalista del Wall Street Journal riesce a rintracciare la vera fonte del documento che ha fatto vacillare l'eurozona e scatenato il panico nelle borse di tutto il mondo. 

Pubblicato il 17 Agosto 2011 alle 15:22

Domenica 10 giugno 2012. A Shangai sono le nove del mattino. Seduta nella hall del Sofitel, Alice J. Singer osserva il viavai di uomini d'affari brasiliani, americani e coreani. Il mondo della finanza davanti ai suoi occhi. L'arredamento dell'albergo è banale. Non fosse stato per i tratti esotici dei clienti, avrebbe potuto essere in un albergo di Francoforte sul Meno, la sua nuova base logistica.

I primi mesi sono stati una noia mortale. Poi però Alice ha incontrato Matt Trader al desk actions della Goldman Sachs. Matt si è integrato perfettamente nella routine della città provinciale senza perdere il suo senso dell'umorismo newyorchese, e grazie a lui Alice ha conosciuto la vera Francoforte. È stato Matt a parlarle di "Ingo". "Vuole assolutamente parlare al corrispondente di un grande giornale anglosassone", le aveva confidato. Erano passate tre settimane. Alice e "Ingo" avevano già parlato due volte. All'inizio lei aveva pensato che fosse un paranoico con manie di persecuzione. Prendeva precauzioni infinite. Ma in ogni caso Matt aveva ragione: valeva assolutamente la pena di conoscerlo.

Alice si era ritrovata per le mani la fonte dello tsunami contro il quale la Bce stava lottando da settimane. Non riusciva e credere a quello che sentiva. Il giorno del loro terzo appuntamento Ingo non si era presentato. Due giorni dopo Alice aveva ricevuto un messaggio da Shangai: "Le parlerò soltanto di persona". Ormai la reporter del Wall Street Journal aveva appreso abbastanza informazioni da convincere il suo caporedattore mandarla in Cina per incontrare la sua fonte. E così una domenica mattina Alice si era ritrovata a novemila chilometri dalla base.

"Alice".

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"Buon giorno, Ingo. Che sorpresa". Alice ride.

"Facciamo una camminata".

Per strada il frastuono delle auto è infernale. Alice e Ingo si dirigono verso un parco.

"Non ho ancora capito come mai ha scritto la nota che mi ha mostrato, Ingo. Perché scrivere di suo pugno un falso accordo di coalizione tra Cdu-Csu e Fdp?"

"È stata un'idea di Markus, un amico che lavora per un editore di giochi di ruolo ad Amburgo. Una sera in cui passava da Francoforte gli ho raccontato che passavo le mie giornate a fare simulazioni con Johannes, un collega della Reuters. Si è entusiasmato. Mi ha detto: "Costruiscimi un gioco politico-finanziario incentrato sulla caduta di Merkel e io lo passo al mio capo. Sarà un successione". Ho chiamato immediatamente Johannes a Londra e abbiamo iniziato a lavorare quella stessa notte. È lì che mi sono inventato l'accordo di coalizione. Ho persino disegnato un biglietto da cento marchi con l'effige di Adenauer e il disegno della lavatrice".

Per diverse settimane i due amici hanno giocato a fare i demiurgi. Ipotizzavano scenari, simulavano crolli in borsa, si scambiavano messaggi e file .png tra Londra e Francoforte. Quando il 19 maggio Ingo ha letto lo scoop dello Spiegel Online sulla coalizione anti-Merkel ha riconosciuto il suo accordo tra i documenti allegati all'articolo.

"A partire da quel momento ho iniziato a spavantarmi. Non riuscivo a capire come avesse fatto il nostro documento a finire sul sito dello Spiegel e soprattutto perché veniva presentato come un testo autentico e confidenziale".

"Nessuno glie l'ha chiesto?"

"Nessuno"

"Ma allora come hanno fatto i documenti a scapparle?"

"Pirateria informatica, immagino. Non abbiamo preso alcuna precauzione. Per noi era solo un gioco".

Prima di lasciare l'Europa Alice era andata a Londra per incontrare Johannes, che le aveva indicato la pista degli impiegati dell'hedge fund per cui lavorava. Qualcuno aveva visibilmente manipolato il dossier che conteneva i documenti falsi. Nel frattempo anche Johannes si era volatilizzato.

"Quando è venuto fuori lo scoop ho pensato di avvertire la polizia. Ma Johannes mi ha detto: 'Lascia perdere, ti prenderebbero per un millantatore'".

"E ora rischia di essere indagato per manipolazione di mercato".

"Di sicuro non qui".

"Non pensa di tornare a casa?"

"Per assistere al disastro? Non ci penso nemmeno".

Alice ormai possiede tutti i pezzi del puzzle. È venuta fino a Shangai per registrare un'ultima testimonianza e recuperare la chiavetta Usb con i documenti che Ingo le ha promesso.

"Grazie".

Alice ripone la preziosa chiavetta nella borsa. Ormai ne sa più di Ingo. Grazie alle fonti del suo giornale a Londra ha scoperto che i documenti sono stati trasmessi dai dirigenti del fondo dove lavora Johannes all'ufficio relazioni estere dell'Mi6. La Cia, inizialmente circospetta, alla fine ha deciso di dare credito ai documenti anche sulle base di quanto riferivano i suoi esperti di politica tedesca.

Alle dieci Alice torna in albergo. Mancano due ore alla chiusura del giornale. Ma ormai deve soltanto aggiungere qualche citazione. Ha promesso a New York la consegna per mezzogiorno, ora di Shangai. Sulla costa est degli Stati Uniti saranno le otto di sera di sabato. Il suo articolo verrà letto a Francoforte e a Parigi la domenica mattina. Magari all'ora in cui lei stava con Ingo. Alice è confusa. Non aveva mai pensato che i cinesi vivessero con undici ore di vantaggio su di lei.

Domenica 10 giugno 2012. A Shangai sono le sette di sera. Alice effettua il check in per il prossimo volo diretto a New York. A Parigi sono le otto del mattino. Il ministro dell'agricoltura francese Bruno Le Maire si gode qualche ora di quiete nel suo appartamento della capitale. Tra poco si recherà a Evreux per votare alle legislative, accompagnato dalla moglie e i due figli. Non è preoccupato per la sua poltrona.

La Maire sfoglia i giornali del fine settimana che un poliziotto gli ha recapitato a domicilio. Le testate francesi si concentrano tutte sul rischio di sfondamento del Front National, sulla prospettiva di un governo di minoranza e sull'opa di Jp Morgan su Société générale.

Disgustato, il ministro passa al Wall Street Journal. La sua attenzione viene subito catturata da un articolo in prima pagina dal titolo enigmatico: "Leaked Document Fake"

Dal nostro inviato a Shangai, Alice J. Singer

"Il presunto complotto contro la cancelliera Merkel, all'origine dello spettacolare crollo dei mercati delle ultime settimane, è in realtà un banale scherzo. L'indiscrezione funesta è partita da una trading room di Francoforte. Grazie a una serie incredibile di coincidenze ha finito per convincere i più importanti mezzi d'informazione americani ed europei per poi essere "rivelata" il 19 maggio dallo Spiegel Online. La verità è che il cosiddetto accordo segreto di cui parlava la versione in rete del settimanale tedesco era un clamoroso falso… Il Wall Street Journal ha incontrato a Shangai, dove si è rifugiato, l'autore dei documenti che hanno portato la Spagna sull'orlo dell'insolvenza"

L'articolo occupa tre colonne e riporta le sconvolgenti confessioni del trader.

"Lo scoop è servito a fare gli interessi di diversi hedge fund, che nelle ultime settimane hanno rafforzato le loro posizioni corte sui titoli di stato periferici e le piazze finanziarie europee più esposte. Gli investitori che hanno avuto accesso alle informazioni divulgate per errore dalle cancellerie non avrebbero però guadagnato niente se non fosse stato per la decisione della Corte costituzionale dell'11 maggio, che ha pesantemente spinto i mercati al ribasso". "Si tratta di una coincidenza particolarmente ironica e amorale, commenta un analista. Nonostante le fonti fossero false, la Corte ha in qualche modo confermato la validità delle loro previsioni. Ma la decisione della Corte è arrivata troppo presto, limitando allo stesso tempo i guadagni. Soltanto Paulson&Co., diretta da John Paulson, potrebbe aver realizzato un guadagno di diverse centinaia di milioni di dollari…" (traduzione di Andrea Sparacino)

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