Analisi Crisi al confine tra Polonia e Bielorussia

La geopolitica polacca sulla tragedia dei migranti

La narrazione anti immigrazione non funziona in Polonia, e questo per ragioni storiche e geopolitiche. Il PiS al governo ha, inoltre, gestito la crisi al confine con la Bielorussia nel peggiore dei modi, spiega da Varsavia Wojciech Przybylski.

Pubblicato il 23 Novembre 2021 alle 13:52

Ai tempi del comunismo si diceva che la Polonia fosse il posto più allegro di tutto il blocco, perché non era capace di applicare i metodi autoritari pensati da altri, in questo caso Mosca o Pechino.

Allo stesso modo oggi, nonostante l'imposizione di uno stato di emergenza (costituzionalmente previsto) nella zona di confine con la Bielorussia, il partito PiS (Diritto e Giustizia) non sembra controllare completamente la situazione, soprattutto quando dall’altra parte c'è un autocrate che controlla a comunicazione dall’inizio della crisi. 

La questione ha infatti molto a che fare con la comunicazione: il PiS, il partito ultraconservatore al potere a Varsavia, ha perso un'occasione per capitalizzare questa crisi migratoria e aumentare la sua base di sostegno. Un sondaggio realizzato dell'istituto statale CBOS à metà novembre mostra, infatti, che il partito gode solo del 30 per cento di sostegno, il dato più basso dal 2015. Questa flessione ha avuto luogo in un contesto paradossale: da un lato, la maggioranza dell'opinione pubblica (70 per cento) era a favore di una protezione rafforzata del confine (compresi i respingimenti) e, dall’altro l'opposizione al governo non solo non ha risposto in maniera a unitaria, ma a volte si  è persino ridicolizzata. 

All'inizio della crisi sul confine polacco, alla fine dell'estate, sia il governo che l'opposizione hanno gareggiato per il titolo della risposta più assurda alla crisi. [...] Poi, il 2 settembre, il PiS ha introdotto lo stato di emergenza, che ha bloccato l'accesso di attivisti e giornalisti alla zona di confine: questa mossa ha fatto pensare che il governo alla fine avrebbe trionfato sull'opposizione. 

Invece un punto di svolta è stato segnato quando Mariusz Kamiński, Ministro dell'Interno, e Mariusz Błaszczak, Ministro della Difesa, hanno organizzato una sciagurata conferenza stampa il 27 settembre scorso durante la quale sono stati mostrati video con contenuti pornografici presumibilmente trovati negli smartphone di alcuni uomini che hanno attraversato illegalmente il confine tra la Bielorussia e la Polonia. Qui, a mio avviso, il Governo ha perso il controllo della situazione. 


Anche per ragioni di sicurezza PiS non può rischiare una narrazione più xenofoba. A causa della sua storia complicata, il confine con la Bielorussia è oggi uno dei più etnicamente e religiosamente diversi dell’intero paese


Poco dopo la conferenza, infatti, un fact-checking ha fatto emergere che le registrazioni erano molto probabilmente parte di un vecchio VHS, come se ne trovano tanti nel dark web. Alla diffusione della notizia la credibilità del governo nella comunicazione su questa crisi è crollata, e rimane tale a oggi. 

Lo stesso giorno della conferenza, la Polonia ha appreso la tragica storia di diversi bambini e dei loro genitori detenuti a Michałowo, a circa 15 km dal confine. Le guardie di frontiera e la polizia, secondo la nuova legge polacca, hanno respinto tutti coloro che attraversano il confine illegalmente, compresi i bambini.

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La presenza di bambini è stata documentata dalla stampa – che è libera di operare al di fuori dei 3 km della zona di emergenza. I giornali hanno poi rivelato la loro “scomparsa”, suscitando la preoccupazione dell'opinione pubblica: la Polonia ha rispedito nei boschi al confine con la Bielorussia queste persone? Tre settimane dopo i bambini sono stati trovati dai giornalisti in un campo nella foresta vicino al confine, confermando i sospetti. 

I mezzi d'informazione polacchi, infatti, avevano già documentato diverse morti al confine: si trattava di persone che hanno sofferto di ipotermia e che erano rimaste bloccate nei boschi.

Il Comune di Michałowo, così come molte altre comunità locali, di fronte a questi avvenimenti ha organizzato una solidarietà locale. Nelle case di campagna volontari hanno acceso una luce verde a simboleggiare la speranza, e distribuiscono pasti caldi e vestiti a coloro che arrivano. Allo stesso tempo segnalano i nuovi arrivati alle autorità che vengono a prenderli e li riportano al confine dopo i controlli negli ospedali locali. Nel frattempo, militanti e attivisti  polacchi cercano e aiutanoo le persone che si nascondevano nelle foreste.

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