Governi tecnici, elettori scettici

In Grecia e Italia si parla di affidare l'esecutivo a "esperti" indipendenti per varare le riforme d'emergenza. Ma l'arretramento della politica non farebbe che aumentare la diffidenza dei cittadini verso una democrazia sempre più indiretta.

Pubblicato il 7 Novembre 2011 alle 15:21

Il primo ministro greco Papandreou ha ottenuto nella votazione notturna di ieri la fiducia al suo Governo, con risicata maggioranza. Ma la sua precedente dichiarazione che, per approvare la politica di austerity imposta dalla Bce, avrebbe potuto ricorrere a un referendum popolare, ha sottolineato definitivamente che il vero problema del salvataggio dell'euro è molto più politico che economico e che prima o poi sarà comunque necessario il consenso dei cittadini d'Europa.

In Europa i referendum hanno purtroppo dimostrato che i cittadini dei singoli Stati sono restii a diventare cittadini europei, come è avvenuto in Danimarca quando nel 1992 è stato respinto il Trattato di Maastricht, in Francia e in Olanda nel 2005, quando non è stata approvata la bozza di Costituzione europea; ma è bene ricordare anche l'episodio col quale nel 2008 l'Irlanda bloccò temporaneamente il Trattato di Lisbona.

La vera crisi politica attuale investe soprattutto il modello di democrazia indiretta, perché conferisce ai cittadini solo un diritto di voto, delegando ai politici eletti tutte le decisioni che li riguardano. Gli eletti poi, sembrano oggi, dovunque, incapaci di scegliere il bene comune, perché soggetti passivi delle pressioni lobbystiche, per la presenza di un forte fenomeno corruttivo, e per la difesa di interessi fra loro contrapposti che rendono maggioranze e minoranze inadeguate ad ogni indispensabile mediazione.

Quando però il tenore di vita dei cittadini e i presupposti delle loro stesse libertà vengono minacciati da quelle incapacità, sorgono reazioni violente, che giungono a turbare gli Stati nelle loro stesse funzioni.

Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta

Sembra allora diventare attuale il pensiero di Nietzsche, il quale nel suo capolavoro: Così parlò Zarathustra scrisse: «Lo Stato è il più freddo di tutti i mostri. Esso mente freddamente; dalla sua bocca esce questa menzogna: Io, lo Stato, sono il popolo».

Infatti, secondo Kelsen poi, soltanto nelle democrazie dirette l'ordine sociale viene realmente creato dalla decisione dei titolari dei diritti politici, i quali esercitano il loro diritto nell'Assemblea del popolo, tenuta come era, all'inizio della democrazia ateniese, nella Agorà. Allo stesso principio sono ispirati i movimenti degli Occupy Wall Street, degli Indignati non violenti di tutti i Paesi e in particolare, in questo momento, proprio quelli greci. È questa, nel complesso, la vendetta dell'Agorà.

Ancor più grave è il fatto che sia ora sostanzialmente la Bce (piuttosto che il Fondo monetario internazionale) a dettare le regole delle politiche di austerità senza che ad essa sia stata conferita alcuna delega di sovranità. Questo anomalo (tecnocratico?) governo dell'economia degli Stati membri può portare a tre possibili alternative.

La prima, quella più paventata, è che alcuni Paesi escano dall'euro, creando il caos finanziario globale temuto anche, come dichiarato dal presidente Obama al G-20, dagli Stati Uniti d'America, pure loro per ragioni identiche in grande difficoltà.

La seconda consisterebbe in un improponibile euro diviso in due: quello forte dei paesi con i bilanci statali maggiormente in ordine, come Germania e i Paesi del Nord Europa, e quello debole dei paesi del Sud Europa a rischio default.

Infine la terza, che risolverebbe tutti i problemi attuali, è quella che vede attuare il completamento del disegno iniziale di un'Europa politica, «libera ed unita», parafrasando il Manifesto di Altiero Spinelli, e come era nelle intenzioni dei padri fondatori.

Per questo è necessario che il cieco governo finanziario-tecnocratico, che ha solo creato disuguaglianze nelle cittadinanze dei singoli Stati membri, lasci il campo alla politica che, attraverso una democrazia deliberativa, crei una cittadinanza veramente europea, nella quale si riconoscano tutti i cittadini, sui piani di eguaglianza e parità dei quali ho già più volte parlato.

Questa soluzione è l'unica che evita "le vendette dell'Agorà", che abolisce le disuguaglianze fra i popoli degli Stati membri, e che consolida in un'Europa federativa la necessità di una autorevole e non dispersiva sua presenza, insieme agli Stati Uniti, alla Cina ed ai paesi emergenti, ad un tavolo che detti nuove regole per arginare e combattere disastri e iniquità che l'attuale globalizzazione ha comportato.

Da Londra

Merkel e Sarkozy come Breznev

“Quando la capiranno l’imperatrice europea e il suo barboncino francese?”, si chiede Simon Heffer sul Daily Mail. Per il columnist euroscettico, dopo le reazioni della settimana scorsa al referendum proposto dal governo greco “ormai non sussistono più dubbi sulla brutalità con la quale l’Unione europea fa i propri affari, trattando le regole della democrazia come irritanti ostacoli alla sua supremazia”.

Quando ho sentito l’ufficiale pagatore europeo, la cancelliera tedesca Angela Merkel, e il suo leccapiedi, il presidente francese Nicolas Sarkozy, intimare il loro ultimatum a Papandreou – ‘fai come ti diciamo oppure ti tagliamo i fondi!’ – mi è tornato in mente lo stile di Leonid Brezhnev nell'amministrare i satelliti dell’Unione Sovietica.

Per quanto riguarda l’Italia, il secondo anello debole della catena europea, secondo Heffer si tratta di

un paese il cui debito è finanziato come uno di quegli schemi Ponzi di Bernie Madoff, e per esso si sta avvicinando una pesantissima resa dei conti. L’umore della politica internazionale si risolleverebbe se Silvio Berlusconi lasciasse. Ma a mandarlo a casa dovrebbero essere gli elettori italiani, non un Führergram da Berlino.

Per Heffer il crollo dell’euro è inevitabile: “Ormai non resta che fissare la data del funerale”.

Tags
Ti è piaciuto questo articolo? Noi siamo molto felici. È a disposizione di tutti i nostri lettori, poiché riteniamo che il diritto a un’informazione libera e indipendente sia essenziale per la democrazia. Tuttavia, questo diritto non è garantito per sempre e l’indipendenza ha il suo prezzo. Abbiamo bisogno del tuo supporto per continuare a pubblicare le nostre notizie indipendenti e multilingue per tutti gli europei. Scopri le nostre offerte di abbonamento e i loro vantaggi esclusivi e diventa subito membro della nostra community!

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sostieni il giornalismo europeo indipendente

La democrazia europea ha bisogno di una stampa indipendente. Voxeurop ha bisogno di te. Abbònati!

Sullo stesso argomento