Dati alla mano Green deal europeo

I progressi (o meno) dell’Europa verso l’energia pulita 

Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l'Ue sta incentivando le politiche per arrivare a un’economia pulita. Sta rispettando quanto promesso? L’emittente tedesca Deutsche Welle ha sviluppato un programma per monitorare i progressi in cinque settori chiave.

Pubblicato il 15 Giugno 2023 alle 09:05

Nel 2019 l’Unione europea ha promesso di diventare il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050. Nonostante una pandemia, una guerra e una crisi energetica, l’Ue persegue il suo obiettivo per ridurre l’inquinamento.   

A questo scopo ha inserito nella legislazione alcuni obiettivi del Green Deal europeo e sta contrattando su altri, ha promosso iniziative verdi nei pacchetti di aiuti per il coronavirus e bocciato le norme che frenano progetti di energia pulita. Come ha  dichiarato Pieter de Pous, analista al think tank sul clima E3G basato a Berlino: "il Covid non ha fermato il Green Deal, al contrario, lo ha reso più forte".


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Se l’Europa riuscisse a ripulire la sua economia potrebbe fare da apripista per gli inquinatori negli Stati Uniti e in Cina – e mostrare ai paesi africani ed asiatici che uno dei più ricchi produttori di gas serra è capace di fare sul serio per fermare il riscaldamento globale. Ma quanto è vicina l’Ue al raggiungimento degli obiettivi prefissati? E quanta strada ha ancora da fare?  

Insieme ai media partner dello European Data Journalism Network, Deutsche Welle sta seguendo i progressi del blocco europeo in settori chiave. 

EMISSIONI INQUINANTI: Ridurre l’inquinamento da gas serra

Dopo aver ridotto del 30 per cento anno dopo anno dal 1990 l'inquinamento da gas serra principalmente bruciando meno carbone, l’Ue punta ora a ridurre del 57 per cento l'inquinamento da gas serra entro la fine del decennio.

Per il vicepresidente della Commissione europea e commissario per il Green Deal, Frans Timmermans, “il pianeta non è sulla buona strada per contenere il riscaldamento globale entro la soglia dei 1,5°C. Dobbiamo essere più ambiziosi”, annunciando l'aggiornamento dell'obiettivo al vertice sul clima COP 27 che si è svolto nel novembre 2022 in Egitto. 

Tuttavia, il nuovo obiettivo che è solo leggermente più ambizioso dell'originale Green Deal (55 per cento), è inferiore ai tagli necessari per onorare la promessa di mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C in più rispetto all’era preindustriale entro la fine del secolo. 

Climate Action Tracker, un’istituzione scientifica indipendente che monitora i provvedimenti messi in atto per il cambiamento climatico, ha rilevato che le emissioni dovrebbero diminuire di almeno altri cinque punti percentuali, per un totale di oltre il 62 per cento. Ad oggi, però, le politiche degli stati membri dell’Ue sembrano andare verso una riduzione solamente del 36-47 per cento.

ENERGIA: Più energia rinnovabile 

L’Ue ricava il 22 per cento dell’energia da fonti rinnovabili e nel 2022 ha presentato un piano per arrivare al 40 per cento entro la fine del decennio. Inoltre, dopo l’invasione su vasta scala della Russia in Ucraina nel febbraio 2022, la Commissione europea ha dichiarato di voler aumentare ancora la percentuale al 45 per cento con l’obiettivo di elettrificare le attività inquinanti e rendere più “verde” la rete elettrica del continente. 

La proposta ha già superato due step dell’iter burocratico, ma deve ancora essere approvata dagli Stati membri che vogliono mantenere l'obiettivo al 40 per cento. 

Dopo l'invasione russa dell’Ucraina e la successiva chiusura dei gasdotti, l'Europa è alla ricerca di nuove fonti energetiche per sostituire il gas. Paesi come Germania (prima economia dell'Ue) hanno riavviato le centrali elettriche a carbone, firmato accordi decennali con produttori di gas in Africa e Medio Oriente e costruito terminali per ricevere gas naturale liquefatto dall'estero, oltre ad aver promesso di costruire più impianti di energia da fonti rinnovabili e di rendere più facile per le aziende la loro realizzazione. 

Se da un lato gli analisti si aspettano un’impennata dell'inquinamento dovuto al fatto che si brucia più carbone, dall'altro sono più preoccupati per i piani di costruzione di nuove infrastrutture di metano che potrebbero mantenere fisso il livello di l'inquinamento per decenni, mettendo quindi a rischio l'obiettivo del 45 per cento di energia verde entro il 2030.

ENERGIA: Produzione di energia elettrica da pannelli solari e turbine eoliche

Grazie al calo dei prezzi delle energie rinnovabili, l'industria prevede che nell’Unione vengano prodotti 220 GW di energia solare e 92 GW di energia eolica nei prossimi quattro anni: una quantità superiore a quella prevista in alcuni scenari che mantengono il riscaldamento globale a 1,5 °C secondo il think tank londinese Ember, che realizzato vari modelli per raggiungere l'obiettivo.

"Per uscire da questa crisi abbiamo bisogno di grandi quantità di energia rinnovabile di origine nazionale e affidabile", dichiara Harriet Fox , analista presso il think thank Ember. "Se l'Ue è seriamente intenzionata a espandere le energie rinnovabili, non c'è motivo per cui questi obiettivi industriali non possano essere raggiunti".

Le prospettive dell'industria eolica sono meno incoraggianti di quelle dell’industria fotovoltaica a causa dei tempi di attesa più lunghi necessari per l'approvazione dei permessi e la costruzione dei parchi eolici. Infatti, nel novembre 2022, gli stati membri dell'Ue hanno raggiunto un accordo per accelerare la procedura di concessione dei permessi, eliminando alcuni passaggi burocratici per valutare l'impatto ambientale di un progetto, guadagnando così del tempo tra la pianificazione e la costruzione degli impianti.

EDIFICI: Riscaldare le abitazioni senza consumare gas

Tra le proposte dell’Ue c’è la ristrutturazione di un numero più alto di immobili e di dotarne il 49 per cento di impianti alimentati da fonte rinnovabile entro il 2030, l’installazione di pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e commerciali a partire dal 2027, su quelli già esistenti dal 2028 e sui nuovi edifici adibiti ad abitazione a partire dal 2030.

Oltre a costruire infrastrutture per la produzione di energia pulita, l'Ue dovrebbe inoltre elettrificare le attività che funzionano con combustibili fossili, come le caldaie a gas nelle case private. Per raggiungere questo obiettivo uno dei modi più efficaci consiste nel sostituire le caldaie a gas con pompe di calore elettriche. 

Secondo le previsioni della Commissione, la quantità di calore generata da pompe di calore alimentate da elettricità rinnovabile dovrebbe essere triplicata entro la fine del decennio. Sarebbe quindi necessario raddoppiare la velocità delle installazioni, come riporta un’analisi preliminare condotta da Regulatory Assistance Project, un’organizzazione mondiale no-profit che si occupa di decarbonizzazione degli edifici. Tuttavia, mentre gli elevati prezzi del gas hanno fatto esplodere la domanda di pompe di calore, la mancanza di personale qualificato per l’installazione ha impedito un rapido passaggio a quest’ultime. 

TRASPORTI: Guidare senza bruciare benzina

Poiché quello dei trasporti è l’unico settore in cui l’inquinamento è in costante aumento, un altro tra gli obiettivi della Commissione consiste nel ridurre le emissioni di CO2 delle nuove auto del 55 per cento entro il 2030, prima di raggiungere zero emissioni entro il 2035. Si pensi che nel 2021 le emissioni di gas serra erano superiori del 15 per cento rispetto al 1990.

La percentuale di mezzi elettrici venduti nell’Ue è passata dall’11 per cento nel 2020 al 18 per cento nel 2021, mostrando, come anche gli esperti affermano, che l’obiettivo potrebbe essere raggiunto, anche se è considerato poco ambizioso. Nonostante questo, alcuni stati membri, tra cui Germania e Italia, lo contestano.   

Inoltre, prediligendo bus e treni anziché auto e incentivando gli spostamenti a piedi, le emissioni prodotte dal settore dei trasporti potrebbero diminuire ancora più rapidamente.

AGRICOLTURA: Ridurre l’inquinamento nelle aziende agricole

Le aziende agricole sono responsabili del 10 per cento delle emissioni di gas serra, che provengono da fonti e hanno forme diverse: metano prodotto dai bovini, protossido di azoto dai fertilizzanti ed entrambe le sostanze nel caso del letame. Nonostante ciò, però, l’Ue non ha fatto grandi progressi nel ridurre le emissioni di gas serra provenienti da questo settore. 

Due terzi delle emissioni agricole dell'Ue provengono dagli animali e per ridurre quindi la percentuale di metano prodotta dai bovini e la quantità di soia coltivata su terreni deforestati adibiti al bestiame, l’Ue intende introdurre additivi per mangimi sostenibili. Ma senza un cambiamento radicale nella dieta della popolazione, questa situazione non potrà migliorare.

👉 L'articolo originale sur DW
In collaborazione con European Data Journalism Network

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