Vilnius. I nomi dei lituani vittime del KGB incisi sui muri dell'ex sede dei servizi sovietici, oggi trasformata in museo

Il Kgb è ancora tra noi

A oltre vent’anni dallo scioglimento, i servizi segreti sovietici continuano a inquietare i lituani. Tra gli ex collaboratori ci sono alti funzionari e politici di primo piano. Sono ancora una minaccia per la sicurezza del paese?

Pubblicato il 8 Novembre 2012 alle 12:41
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Il Kgb – il servizio segreto dell'Unione Sovietica – è stato smantellato nell'ottobre 1991. Da allora ogni pubblicazione di un nuovo documento – liste di riservisti o di dirigenti del Kgb, testimonianze sull'attività degli agenti sovietici – da parte del Centro di ricerca sul genocidio e sulla resistenza in Lituania (Lggrtc) provoca numerose reazioni e in poco tempo il sito internet del centro si blocca per il numero eccessivo di visitatori. Forse tra 50 anni la storia del Kgb non interesserà più molte persone, ma oggi continua ad attirare l'attenzione di molti lituani, per non parlare poi degli ex agenti della sicurezza sovietica diventati uomini politici o alti funzionari.

Anche questa volta la pubblicazione del personale di inquadramento negli uffici regionali del Kgb ha scatenato nuovi dibattiti. In questo elenco c’è il nome del direttore dell'ufficio della polizia criminale Algirdas Matonis, e quelli di molte persone che occupano posti importanti. Fino a oggi la società lituana ignorava tutto del loro passato.

Dalla fine della seconda guerra mondiale più di centomila persone hanno lavorato per il Kgb in Lituania. Nel 1990 circa seimila lituani erano agenti dell'organizzazione. La maggior parte di queste persone è sfuggita a ogni forma di verifica e considera il proprio passato come segreto. Circa 1.500 ex collaboratori hanno scelto di riconoscere la loro collaborazione e di vedere i loro rapporti con la sicurezza sovietica entrare nella categoria dei segreti di stato, secondo i termini di una legge promulgata nel 1999. Fra quelli che hanno confessato, molti erano al servizio del Kgb molto prima del 1990.

Non esiste alcun dato preciso che permetta di quantificare il numero di ex collaboratori del Kgb che lavorano oggi nella funzione pubblica. Secondo Arvydas Anusauskas, che dirige il Comitato parlamentare per la difesa e la sicurezza nazionale, un migliaio di dirigenti lituani lavorava ancora per il Kgb in occasione del suo scioglimento nel 1991. Alcuni sono andati in pensione e quasi duecento hanno trovato un lavoro nella pubblica amministrazione. Dopo l'adozione della legge del 1999 che prevede delle restrizioni per gli ex dipendenti e gli agenti del Kgb che lavorano nella funzione pubblica, solo alcune decine di persone hanno ottenuto l'autorizzazione a mantenere il loro posto.

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Terese Burauskaite, la direttrice del Centro di ricerca sul genocidio e sulla resistenza in Lituania, analizza gli archivi del Kgb da molti anni e afferma di sapere chi fra gli alti funzionari ha lavorato per il servizio senza ammetterlo. Ma provare questa collaborazione davanti alla giustizia rimane un compito difficile. "Noi ricercatori abbiamo abbastanza prove a disposizione, perché consideriamo la loro attività da un punto di vista complessivo, ma la magistratura ha un approccio diverso. I documenti a disposizione non hanno necessariamente valore giuridico. Si tratta spesso di copie, di carte senza firma, di minute, di quaderni di lavoro. Sappiamo che questo materiale è autentico, vi leggiamo i nomi delle persone, ma questo non basta per usarle come prove davanti alla giustizia".

In occasione delle ultime elezioni politiche diversi candidati hanno dovuto riconoscere il loro passato di agenti del Kgb. Come nel caso di un famoso chimico, che ha dovuto ammettere di aver collaborato con la sicurezza sovietica. Una collaborazione che secondo lui sarebbe durata solo un anno, mentre in realtà si è prolungata per un decennio. I nomi di diversi uomini politici appaiono sulle liste dei riservisti del Kgb pubblicate di recente dal Centro di ricerca. Almeno sette riservisti sono membri del Partito socialdemocratico [che ha vinto le elezioni politiche del 28 ottobre e che formerà il prossimo governo]. Il più celebre è l'ex ministro degli esteri e attuale ambasciatore in Lettonia, Antanas Valionis.

Per sempre dei nostri

Le restrizioni [previste dalla legge del 1999] per gli ex collaboratori del Kgb finiscono nel 2009. Questo significa che oggi gli ex dipendenti del Kgb possono occupare qualunque posto della pubblica amministrazione. Tuttavia Anusauskas non è preoccupato. "Se grazie a questa legge una persona ha perso il posto presso una procura generale, quali possono essere le sue possibilità di trovare un lavoro dieci anni dopo? Le sue competenze e conoscenze non sono più valide".

I documenti dimostrano che nessun lituano ha collaborato spontaneamente con il Kgb. Come spiega Burauskaite, un collaboratore veniva attirato con le lusinghe o minacciato. Per questo motivo la maggioranza degli ex collaboratori del Kgb è stata contenta di poter ammettere la propria collaborazione. Al contrario chi non ha confessato ha perso la propria tranquillità per sempre perché non potrà mai essere certo che i suoi legami con il Kgb non possano un giorno venire alla luce.

Bisogna ancora temere lo spettro del Kgb? Interpellato sulla possibilità che gli ex agenti che continuino a informare la Russia, Anusauskas risponde in maniera vaga: è impossibile negare un'ipotesi del genere, ma è anche impossibile rispondere più concretamente. E’ anche impossibile negare che ex agenti del Kgb in Russia e in Lituania siano ancora in contatto e che collaborino per questioni professionali o condividano delle informazioni. "Come ha detto Putin, non esistono ex membri del Kgb. E su questo ha ragione", sintetizza il deputato conservatore.

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