In cerca di un equilibrio

Mentre la stabilità della moneta unica continua a preoccupare, i leader dell'Ue si riuniscono a Bruxelles per elaborare un sistema capace di mettere al sicuro l'eurozona da altre crisi.  

Pubblicato il 23 Giugno 2011 alle 15:05

Solidarietà in cambio di responsabilità, questo era l'obiettivo fissato da Angela Merkel quando aveva accettato suo malgrado di aiutare la Grecia un anno fa. Per la cancelliera si trattava di esportare in tutta Europa, e in particolare nei paesi meridionali, la "cultura della stabilità" così cara al suo paese.

Così nell'ultimo anno si sono moltiplicati i tentativi di sfruttare le esperienze collettive della crisi greca, in un contesto di contagio che si è esteso all'Irlanda e al Portogallo: irrigidimento del patto di stabilità, "semestre europeo", patto "euro plus" per far convergere le economie, quadro di sorveglianza macroeconomica. L'obiettivo dei paesi membri dell'euro, al di là dei fondi di salvataggio creati in tutta fretta, è quello di organizzare un dispositivo capace di prevenire altre crisi sistemiche. "In assenza di unione politica, un guida rafforzata della zona euro è indispensabile", ha insistito ancora una volta John Lipsky, direttore generale ad interim del Fondo monetario internazionale, lunedì 20 giugno a Lussemburgo di fronte ai ministri delle Finanze europee.

Fra le diverse misure la riforma del patto di stabilità e di crescita rimane la più importante. Questa iniziativa ha dato vita, alla vigilia del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno, alle ultime trattative fra i Ventisette e il Parlamento europeo. Il patto, istituito nel 1997, era stato reso più flessibile nel 2005 su iniziativa dei Francesi e dei tedeschi, che non riuscivano a rispettarlo. Questa volta si cerca invece di renderlo più rigido, quanto meno sulla carta. Le sanzioni saranno rafforzate, sia per correggere un deficit o un indebitamento eccessivo che per prevenire questo genere di eccessi. Dopo le informazioni truccate fornite dalla Grecia sono state introdotte delle multe per punire la diffusione di falsi dati statistici.

Il patto sarà completato da un duplice dispositivo del tutto inedito. Da un lato sarà creato un "semestre europeo" che dovrà permettere alle istituzioni di dare il loro parere in primavera sulla politica di bilancio e sulle riforme avviate da ogni governo prima dell'adozione del bilancio da parte dei parlamenti nazionali.

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In secondo luogo si rafforzerà la sorveglianza macroeconomica, allo scopo di identificare le bolle speculative e gli altri squilibri suscettibili di bloccare la crescita di un paese. Lo scopo è allargare la sorveglianza e si basa su una constatazione: paesi virtuosi nei confronti del patto di stabilità, come l'Irlanda e la Spagna, hanno talvolta basato il loro sviluppo su gravi squilibri, come una bolla immobiliare o l'ipertrofia del loro settore bancario. Tuttavia si devono ancora definire un insieme di indicatori che serviranno a esaminare la bilancia dei pagamenti, il saldo commerciale, l'inflazione o l'occupazione. Eventuali sanzioni potranno essere decise se uno stato non riesce a correggere eventuali eccessi.

Il problema è sapere se questo dispositivo piuttosto complicato sarà in grado di funzionare. Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea, ha chiesto ai deputati europei di rafforzare il carattere automatico del nuovo regime di sanzioni del patto di stabilità, per timore che non venga mai applicato. Una posizione condivisa dalla Commissione e da una parte dei parlamentari. "L'obiettivo è evitare le trattative fra gli stati, che hanno la tendenza ad assolversi reciprocamente", dice l'eurodeputata Sylvie Goulard (Modem), relatrice del testo sulle sanzioni.

Ma anche se le sanzioni avranno un carattere più automatico, le capitali - Parigi e Berlino in testa - hanno cercato di mantenere il controllo sul processo per accettare o meno le raccomandazioni della Commissione nell'applicazione del patto di stabilità. La Francia e la Germania vogliono però vedere in queste misure urgenti una forma di governo economico all'interno dell'Unione monetaria. (traduzione di Andrea De Ritis)

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