Attualità Il Cremlino e le presidenziali in Francia
La candidata alle presidenziali Marine Le Pen durante l'incontro con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca il 24 marzo.

Interferenze russe

Inondando i social network francesi di fake news e sostenendo la leader di estrema destra Marine Le Pen, il Cremlino fa campagna per i candidati più ostili all'Ue in vista del primo turno del 23 aprile, rivela un rapporto dello studio Bakamo.

Pubblicato il 22 Aprile 2017 alle 12:21
La candidata alle presidenziali Marine Le Pen durante l'incontro con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca il 24 marzo.

Almeno un link su quattro condiviso dagli utenti francesi di social network nel periodo pre-elettorale conteneva notizie false, molte delle quali avevano l’intento di favorire i candidati anti-Ue e mostravano tracce di influenza russa, secondo un nuovo studio. La ricerca, svolta dall’azienda britannica Bakamo e pubblicata il 19 aprile, ha analizzato 800 siti web e quasi otto milioni di collegamenti condivisi tra il primo novembre e il quattro aprile.

Il 19,2 per cento dei link era legato a mezzi d’informazione che non “aderiscono agli standard giornalistici” e che esprimono “opinioni radicali...per costruire un racconto distorto” e rientrano in quella che lo studio definisce categoria della “riformulazione”. Un ulteriore cinque per cento, legato a “racconti [che erano] spesso fittizi, quasi di natura teologica” o che trattavano “teorie complottiste” sono ricadute nella sezione “alternativa”.

Le fonti condivise in queste categorie hanno favorito i candidati anti-Ue sia di estrema destra sia di estrema sinistra: Marine Le Pen, Jean-Luc Mélenchon, François Asselineau e Philippe Poutou. Hanno anche giocato a favore di François Fillon, un candidato di centro-destra che si è mostrato amichevole verso la Russia.

La ricerca svolta da Bakamo ha scoperto che una fonte su cinque nella sezione riformulazione era esposta all’influenza dei media di stato russi noti per il loro impegno nella diffusione di disinformazione anti-Ue, come RT o Sputnik, e che la metà delle fonti nella sezione alternativa aveva origine russa. Bakamo ha spiegato che “l'analisi ha identificato soltanto influenze straniere legate alla Russia e non è stata individuata nessun’altra fonte di influenza straniera”.

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Lo studio afferma che “le fonti tradizionali di informazione politica” hanno comunque “guidato il dibattito pubblico” e sono state “condivise molto di più rispetto agli altri mezzi d’informazione non tradizionali”. Inoltre, ha messo in evidenza che mentre lo staff del candidato di estrema sinistra Mélenchon ha diffuso materiale fittizio, quello di Le Pen ha per lo più condiviso i propri contenuti su siti come Twitter o Facebook.

La ricerca ha anche aggiunto che gli utenti di social network appartenenti alla categoria riformulazione sono stati “molto prolifici” e “molto impegnati”, dal momento che hanno condiviso il doppio dei link rispetto agli internauti che seguivano fonti tradizionali. Pierre Haski, un giornalista francese che ha lavorato alla ricerca, ha messo in risalto un’altra “preoccupante tendenza a pochi giorni dalle elezioni”: ha affermato che si è creato un “distacco crescente tra i cittadini” basato sull’ “attendibilità delle informazioni e sul rispetto delle regole [giornalistiche] etiche e professionali” piuttosto che sull’affiliazione politica.

Il distacco ha messo in luce che sempre più persone non hanno fiducia verso le realtà di fondo in opposizione alle opinioni politiche, e che coloro che non credono più ai mezzi d’informazione tradizionali sono indifferenti agli sforzi di confutazione, come quello proposto ad esempio da Les Décodeurs, un gruppo di esperti di fact-checking che collaborano con Le Monde, un grande quotidiano francese.

Lo studio di Bakamo ha rilevato che i principali temi politici nella categoria riformulazione erano quelli che promuovevano l’identità francese e attaccavano l’Islam, mentre i temi minori attaccavano anche la globalizzazione, le grandi aziende e l’“imperialismo” di Ue e Stati Uniti. Ha inoltre affermato che l’influenza delle fonti russe era la più forte nelle aree riguardanti l’identità francese, il contrasto dell’Islam e della globalizzazione, come anche sulle fonti “complottiste/anti-sistema” e “di confusione” oggetto di condivisione nel settore alternativo.

La campagna di Marine Le Pen

Soldi dalla Russia con amore

Le rivelazioni secondo cui Marine Le Pen ha tentato di prendere a prestito tre milioni di euro dalla Russia hanno fatto sorgere domande sull’interferenza del Cremlino sulle elezioni francesi. Mediapart, un sito investigativo francese, il 30 marzo ha rivelato che Le Pen, la candidata francese di estrema destra e anti-Ue, ha accettato denaro per finanziare la sua campagna.

Il sito web ha pubblicato un documento interno del Front National che dimostrava che il 15 giugno dello scorso anno la candidata e i vertici del partito decisero di prendere a prestito tre milioni di euro dalla banca russa Strategy Bank, a un tasso di interesse del sei per cento annuo da restituire nel 2018. Il documento affermata che il “motivo del denaro preso a prestito” era “finanziare la campagna elettorale”.

Mediapart ha anche pubblicato un secondo documento del Front National che spiegava che i fondi sarebbero stati impiegati per “spese” elettorali e che dovevano essere trasferiti su un conto bancario aperto a nome di Le Pen. Le Pen, il cui incontro a sorpresa col leader russo Vladimir Putin a Mosca il 24 marzo ha provocato polemiche, non ha voluto commentare.

Il tesoriere del partito, Wallerand de Saint-Just, ha detto a Mediapart che il prestito di tre milioni di euro era “solo un progetto che non ha avuto seguito”. Mediapart non ha rivelato se il Front National abbia effettivamente ricevuto il denaro e non ha diffuso informazioni sulla Strategy Bank.

Le rivelazioni sono uscite dopo che lo scorso anno Marine Le Pen e suo padre hanno ammesso di aver preso precedentemente a prestito undici milioni di euro da diverse fonti russe. I timori di interferenze russe sulle elezioni in Europa sono aumentati dopo che Mosca è stata accusata di aver influenzato il risultato del voto statunitense tramite operazioni di hackeraggio e disinformazione. Le Pen nei sondaggi è data testa a testa col candidato centrista e pro-Ue Emmanuel Macron per il primo turno delle elezioni presidenziali del 23 aprile.

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