La Cina fa strada in Europa

L'ingresso delle imprese cinesi ha stravolto il mercato delle costruzioni e degli appalti in Polonia, suscitando anche l'interesse dei paesi vicini. Il loro segreto sono prezzi stracciati, puntualità delle consegne e integrazione della manodopera locale. E il sostegno del governo di Pechino. 

Pubblicato il 2 Dicembre 2010 alle 14:45

Con aria trasognata, un gruppo di uomini esce in silenzio dalla villa ed entra nella macchina che li aspetta. Prima di chiudere la portiera, uno di loro dice in un inglese perfetto: "Non è possibile, dovete subito telefonare per fissare un appuntamento". Poi la macchina scompare nel dedalo di strade di un quartiere residenziale.

Sulla porta della villa non c'è né targa né campanello, ma tutto indica che siamo all'indirizzo giusto. Secondo il sito ufficiale del Covec (China Overseas Engineering Group) è da questa casa situata nella periferia di Varsavia che viene diretta l'espansione di Pechino in Europa. Dopo aver vinto l'appalto per la costruzione dell'autostrada A2 in Polonia, il Covec ha fatto sapere di essere interessato a progetti simili in altri paesi europei, compresa la Repubblica ceca.

"Non sappiamo molto di loro. Per ora non sono ancora molto numerosi", afferma Martin Hadaj, portavoce della Direzione generale polacca delle autostrade, alzando le spalle: "In realtà non le posso neanche assicurare che verranno, e se anche venissero non so quanti saranno e se porteranno con loro delle macchine". E aprendo su un grande tavolo delle carte multicolore della Polonia, aggiunge: "Abbiamo bisogno di centinaia di chilometri di nuove strade e i tempi sono ridotti".

Il tempo stringe perché la Polonia è l'organizzatrice, insieme all'Ucraina, del prossimo campionato europeo di calcio del 2012. Un'occasione unica per questo paese di 40 milioni di abitanti per mostrare al mondo gli enormi progressi fatti negli ultimi anni. La Polonia infatti è uno dei pochi paesi europei ad aver attraversato la crisi economica senza recessione né aumento del deficit di bilancio. Nel frattempo, dopo alcune esitazioni degli investitori, grazie alla sua stabilità la borsa di Varsavia è diventata una delle principali piazze finanziarie europee.

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All'ingresso nell'Unione europea la Polonia possedeva solo 40 km di autostrade, mentre nel 2013 ne conterà 900. Il governo polacco sta progettando di costruire più di quattromila km di nuove autostrade e di modernizzare duemila km di strade già esistenti. A partire dalla metà del 2009 il Covec ha cominciato a interessarsi alle gare d'appalto. Si tratta di una delle più grandi imprese asiatiche, un vero e proprio motore per l'espansione dei lavori pubblici cinesi nei paesi vicini. "La sua offerta era del 40 per cento inferiore rispetto alle nostre stime e a tutta la concorrenza", spiega Hadaj.

Bandiere polacche

Al cantiere niente tradisce la presenza del Covec, mentre nei dintorni sventolano le bandiere con il logo delle altre imprese. Qui le ruspe gialle sono polacche, così come i simboli dei subappaltatori. "Non ci sono macchine od operai cinesi. Gli abitanti della regione erano molto preoccupati su questo punto", osserva Pavel Osovski, un consulente di Varsavia che collabora con l'impresa cinese. Gli ingegneri cinesi vengono sul sito polacco solo di tanto in tanto per controllare lo stato dei lavori.

Oggi gli esperti polacchi, quando parlano dell'arrivo dei cinesi sul mercato polacco, dicono che si è trattato di un catalizzatore, che ha permesso di accelerare il processo di riforma del sistema delle gare d'appalto. "Prima sul mercato polacco dei lavori pubblici c'erano solo una ventina di imprese. Oggi sono 200", afferma Hadaj, secondo il quale in questo modo il costo di costruzione di un chilometro di autostrada sia sceso di un terzo in pochi anni.

L'ingresso delle imprese cinesi sul mercato suscita curiosità a Praga, dove l'arrivo dei cinesi è visto con interesse da parte del mondo politico. Vit Bárta, il ministro dei trasporti ceco, ritiene che il caso polacco può essere un esempio interessante. Il ricorso a imprese cinesi offre infatti la possibilità di sfuggire alla maledizione della corruzione endemica che affligge il settore delle costruzioni di autostrade nella Repubblica Ceca.

L'ingresso dei cinesi nel mercato dei lavori pubblici comporta però anche dei rischi. I bassi prezzi praticati dalle imprese cinesi si spiegano in particolare con il sostegno finanziario – e politico – che ricevono da Pechino. Le autorità cinesi controllano infatti tutte le imprese del settore e vogliono estendere il più possibile la loro espansione in Europa. (traduzione di Andrea De Ritis)

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