Durante le olimpiadi di Rio, che si sono concluse da poco, molti hanno fatto notare che se gli stati membri dell’Unione europea avessero gareggiato insieme sotto la bandiera dell’Ue avrebbero largamente dominato la competizione e il medagliere. Ma questo non tiene conto del fatto che, nella maggior parte delle discipline individuali, ogni paese può concorrere con un numero limitato di atleti (di solito due).
I paesi che fanno oggi parte dell’Ue hanno partecipato alla maggior parte delle olimpiadi estive moderne e questo sin dalla loro creazione, nel 1896. Solo sette dei dieci paesi che vi presero parte fanno oggi parte dell’Unione.
Mentre la mappa rappresenta i paesi dell’Ue sulla base del numero di medaglie d’oro ottenute – la classifica usata di solito – dal 1896 a oggi, la tabella qui sotto, realizzata sulla base dei dati raccolti da Wikipedia e aggiornata ai giochi di Rio, indica le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo ottenute da ciascun paese dell’Unione in 120 anni. La Germania domina nettamente la classifica, mentre Malta non ha mai ottenuto una medaglia e Cipro ha ottenuto soltanto una medaglia d’argento (a Londra nel 2012).
La classifica risente dell’influenza delle vicissitudini – annessioni, partizioni, separazioni – che hanno segnato alcuni paesi. Il risultato della Germania è anche dovuto al fatto che abbiamo preso in conto tutte le denominazioni con le quali ha gareggiato – cinque in tutto, fra le quali la Sarre (1952), la Squadra unificata di Germania (1958-64), la Repubblica democratica tedesca (1968-88) e la Repubblica federale tedesca (1968-1988). Per i paesi che facevano parte dell’Unione sovietica (i paesi baltici) abbiamo preso in conto le medaglie ottenute prima dell’annessione all’Urss e dopo l’indipendenza (1991). Per le ex repubbliche jugoslave di Slovenia e Croazia abbiamo preso in conto soltanto le medaglie ottenute dopo l’indipendenza, nel 1992. Per la Repubblica ceca e la Slovacchia, abbiamo preso in conto soltanto le medaglie ottenute dopo la partizione, nel 1993.
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