La legge ungherese sui mezzi d'informazione è anticostituzionale. Il 19 dicembre la Corte costituzionale ha "respinto diverse disposizioni del testo, tra le quali l'articolo che obbliga i giornalisti a rivelare le loro fonti e quello che prevede la creazione di una nuova autorità per l'informazione con il compito di regolare i contenuti della stampa cartacea e on line, che [secondo il governo] dovrebbero garantire una 'copertura equilibrata' dell'informazione", riporta Les Echos. Entrata in vigore il primo gennaio, la legge sui mezzi d'informazione è stata condannata dall'Ue, dall'Ocse e dalle Nazioni unite.
La Süddeutsche Zeitung si domanda se "quest'ultimo sussulto dello stato di diritto" rappresenti davvero un duro colpo per "il governo dell'autocrate Viktor Orbán", sottolineando che non è ancora sicuro che il verdetto della Corte verrà applicato. Il primo gennaio entrerà infatti in vigore la nuova costituzione ungherese, che riduce le competenze della Corte costituzionale e permette a Orbán di nominare giudici appartenenti al suo partito. "È quasi certo che il verdetto attuale sarà ribaltato", si rammarica il quotidiano di Monaco.
Nel frattempo Klubradio, considerata l'unica emittente d'opposizione del paese, si è vista ritirare la concessione delle frequenze in seguito a una decisione del Consiglio dei mezzi d'informazione, l'organo per il quale la Corte ha appena chiesto una riduzione dei poteri.