La Corte di Strasburgo condanna i respingimenti

Pubblicato il 24 Febbraio 2012 alle 12:47

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"L'Italia respinta", titola Il Manifesto: la Corte europea dei diritti dell'uomo ha riconosciuto l'Italia colpevole di aver violato il diritto dei migranti a essere protetti da torture e abusi. La corte di Strasburgo ha accettato il ricorso di un gruppo di somali ed eritrei intercettati su un barcone al largo di Lampedusa nel maggio 2009. In conformità con gli accordi firmati dal governo Berlusconi con l'allora presidente libico Muammar Gheddafi, i migranti furono riportati in Libia, da dove erano partiti. Ora l'Italia dovrà pagare a ciascuno di loro 15mila euro di risarcimento.

Secondo la corte la politica dei respingimenti, inaugurata nel 2009, viola le leggi internazionali perché si applica collettivamente e impedisce ai migranti di fare appello ai tribunali italiani. Per Roberto Maroni, all'epoca ministro dell'interno, si tratta di una sentenza "politica", mentre il premier Mario Monti ha affermato che essa sarà presa in considerazione dal suo governo. Ma Il Manifesto è scettico:

Gli accordi con il nuovo governo libico vanno nello stesso senso di quelli con Gheddafi. [...] Sarebbero necessari un cambiamento complessivo di legislazione, una sensibilità totalmente diversa nei partiti che appoggiano Monti, una nuova politica dell'informazione. A leggere i commenti dei lettori dei grandi quotidiani alla notizia della sentenza della Corte di Strasburgo vengono i brividi. Ora l'Europa non è vista solo come l'astrazione che ci sfila i soldi dalle tasche, ma anche come la burocrazia che viola la nostra integrità nazionale. A tanto hanno portato due decenni di demagogia, xenofobia più o meno dichiarata e ostilità istituzionale per gli stranieri.

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