Francia-Belgio

Le proteste dei musulmani si estendono all’Europa

Pubblicato il 19 Settembre 2012 alle 14:00

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Dopo aver coinvolto diversi paesi del mondo arabo, le proteste contro il film Innocence of muslims si allargano all'Europa. A farne le spese sono soprattutto la Francia, che ospita la comunità musulmana più numerosa del continente (da 4 a 6 milioni di persone) e il Belgio. “Gli islamisti vogliono manifestare di nuovo a Parigi”, annuncia Le Figaro dopo la pubblicazione sui social network di un appello per organizzare il 22 settembre a Parigi una nuova protesta contro il film prodotto negli Stati Uniti che ridicolizza Maometto e l'Islam. Una prima manifestazione non autorizzata si è già svolta il 15 settembre davanti all'ambasciata degli Stati Uniti nella capitale francese. La polizia ha interrogato152 persone (soprattutto salafiti, un ramo radicale dell'islam).

Nel suo editoriale il quotidiano conservatore sostiene che

abbiamo il dovere di reagire con fermezza per non lasciarci sopraffare. Con tutti i mezzi necessari, i poteri pubblici devono proibire le prossime manifestazioni dei salafiti e condannare gli istigatori. La Francia non può lasciarsi calpestare.

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Commentando senza citarla la prima pagina del settimanale satirico Charlie Hebdo - raffigurante un musulmano che potrebbe essere Maometto su una sedia a rotelle spinta da un ebreo ortodosso - Le Figaro avverte:

Non dobbiamo cadere nella loro trappola rispondendo alle intimidazioni con stupide provocazioni. Pubblicare una caricatura del profeta è tanto facile quanto irresponsabile.

L'agitazione prosegue anche in Belgio: “Alcuni estremisti minacciano i marocchini di Anversa che li hanno criticati”, titola De Morgen dopo le manifestazioni violente del 15 e 16 settembre nel quartiere di Borgerhout, nella città fiamminga. La protesta è stata messa in atto da alcuni giovani estremisti fomentati dal gruppo radicale Sharia4Belgium, e si è conclusa con l'arresto di 230 persone.

Per evitare nuovi scontri il sindaco di Anversa, il socialista Patrick Janssens, ha vietato qualsiasi manifestazione a Borgerhout a partire dal 19 settembre. Secondo il direttore di De Morgen Wouter Verschelden il dibattito in vista delle elezioni del 14 ottobre si sta focalizzando su “questo piccolo gruppo di emarginati, Sharia4Belgium e compagnia",

un pugno di giovani che hanno a mala pena l'età per farsi crescere la barba e vendere un linguaggio provocatorio. Le loro parole fanno breccia soprattutto tra i ragazzi tra i 12 e i 15 anni, che hanno troppo tempo libero e a cui manca l'autorità paterna.

Verschelden è convinto che la minoranza musulmana non sappia come gestire le minacce di questi “rivoltosi emarginati”, e critica anche l'attenzione che i media concedono a questi giovani, facendo il gioco degli estremisti. Secondo il giornalista anziché preoccuparsi degli istigatori bisognerebbe rimettere in discussione il contesto urbano e il multiculturalismo.

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