La legge romena sull'epurazione dei vecchi funzionari comunisti, introdotta dopo oltre vent'anni, non durerà neanche un mese. Il testo era stato approvato il 19 maggio e limitava temporaneamente l'accesso degli ex membri della nomenclatura comunista ad alcune funzioni pubbliche. Il 7 giugno è stato dichiarato incostituzionale. "Il motivo – spiega Gândul – è che la costituzione romena proibisce le punizioni collettive". La Corte costituzionale era stata chiamata in causa da un gruppo di 90 senatori e deputati del partito socialdemocratico, tra cui il presidente onorario ed ex presidente della repubblica Ion Iliescu, una delle prime vittime della legge in questione. Iliescu aveva definito la legge "una stupidaggine, un provvedimento stalinista e anacronistico. Una dimostrazione pratica del proverbio 'il paese brucia e la nonna va dal parrucchiere'". Da molte settimane la Romania è alle prese con le proteste contro i cospicui tagli al bilancio decisi dal governo.
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