"Il mese scorso a Tartu una conferenza di etnologi ed esperti del folklore è stata improvvisamente interrotta da due ufficiali di polizia", scrive Eesti Päevaleht. Le forze dell'ordine erano "interessate" a un folklorista di origine indiana, arrivato in città per un dottorato. Le autorità estoni cercano di impedire l'accesso ai giovani studiosi e ricercatori stranieri, temendo "uno spionaggio industriale e di ricerca". Gli studenti più temuti sono quelli provenienti da Cina, Russia e India, sempre più numerosi e particolarmente attenti al campo delle biotecnologie, della ricerca militare e delle innovazioni tecniche. Il ministero della pubblica istruzione cerca di controllare l'accesso degli studenti stranieri ai settori più importanti della ricerca estone. I servizi di sicurezza sono impiegati in numero massiccio per analizzare le candidature degli studenti. "Il vero problema però è un altro", sottolinea Rein Raud, rettore dell'UIniversità di Tallin: "Lo sviluppo della ricerca in Estonia è ostacolato soprattutto dagli scenziati che hanno lavorato nelle università del paese, hanno fatto delle scoperte e poi sono andati all'estero a raccogliere i frutti".
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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