Attualità Libertà di stampa in Bielorussia

L’arresto di Aksana Kolb e l’attacco ai media in Bielorussia

Il regime di Lukašenko attacca e colpisce sistematicamente la stampa indipendente e il settore dei media nel suo complesso: lo scorso 20 aprile Aksana Kolb, caporedattrice di Novy Čas, testata indipendente e di opposizione, è stata arresta con una brutale operazione delle forze speciali. Il racconto del giornale indipendente Novy Čas.

Pubblicato il 23 Aprile 2022 alle 19:17

Il 20 aprile scorso le forze speciali bielorusse hanno fatto irruzione nell’abitazione di Aksana Kolb, caporedattrice del giornale indipendente Novy Čas. Come per l’arresto di un criminale, in tenuta antisommossa e con tanto di scudi, hanno poi scortato la giornalista (53 anni) a un interrogatorio. Oggi, in Bielorussia, chi lavora in un media indipendente è considerato un terrorista, e trattato come tale. 

Il 22 aprile Aksana Kolb è stata accusata, sulla base dell'articolo 342 del codice penale (organizzazione e preparazione di azioni che violano gravemente l'ordine pubblico, o partecipazione attiva ad esse) e trasferita in una prigione del KGB, il servizio di sicurezza bielorusso.

Aksana Kolb forse non si aspettava la polizia proprio quella mattina, ma era certamente al corrente del loro modus operandi: dall’agosto 2020, data delle elezioni presidenziali in Bielorussia, la situazione della libertà di espressione nel paese è tra le peggiori in Europa, una repressione senza precedenti. 

Secondo l'Associazione bielorussa dei giornalisti, il governo ha arrestato oltre 650 giornalisti, condannato oltre 130 lavoratori dei media per via amministrativa, e ha usato violenza contro 80 giornalisti, causando loro ferite. Più di 60 rappresentanti dei media sono sotto processo penale, 26 sono in prigione

Questo articolo ti interessa?

È accessibile gratuitamente grazie al sostegno della nostra comunità di lettori e lettrici. Pubblicare e tradurre i nostri articoli costa. Per continuare a pubblicare notizie in modo indipendente abbiamo bisogno del tuo sostegno.

Mi abbono
Do il mio contributo

Novy Čas e altri mezzi d'informazione hanno già subito persecuzioni in passato: oggi è l'intero settore ad essere sotto attacco. Come per altre decine di pubblicazioni il governo ha costretto Novy Čas a smettere di pubblicare il settimanale, ne ha bloccato il sito web, ha ripetutamente detenuto i suoi giornalisti e fotografi e ha perquisito la redazione e le case di chi ci lavora. 


Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta

Nel novembre 2021 l'Associazione per la lingua bielorussa, una delle più antiche ong bielorusse, che ha fondato la pubblicazione, è stata chiusa dalle autorità. Aksana Kolb è stata interrogata più volte come testimone e sospettata in altri casi a sfondo politico. Nonostante il rischio si è rifiutata di lasciare il paese, scegliendo di rimanere vicina ai lettori del suo giornale. 

Novy Čas è stato costretto a bloccare la pubblicazione la sua edizione cartacea, la versione on line ha continuato ad essere pubblicata e i suoi account sui social media ad essere alimentati. 

Dal 2020 Novy Čas era una pubblicazione di nicchia rivolta all'intellighenzia del paese. Guidata da Aksana, era diventata una pubblicazione indipendente, non legata a nessuna forza politica, ma intransigentemente filodemocratica. 

Novy Čas era l'unico settimanale nazionale pubblicato in lingua bielorussa che trattava questioni socio-politiche, storia e cultura, giornalismo investigativo; il principale giornalista investigativo di Novy Čas, Dzianis Ivashyn, è stato incarcerato nel marzo 2021 ed è detenuto da allora; possiamo definirlo un prigioniero politico. Il 2020 è stato un anno importante, non solo per le proteste in Bielorussia, ma anche per la fame di informazione indipendente del pubblico. La tiratura di Novy Čas è più che triplicata e i lettori del sito hanno superato il  milione nel settembre 2020.

Novy Čas era un giornale unico anche tra i mezzi d'informazione indipendenti bielorussi. Da quando ha iniziato a pubblicare nel 2007, la sua redazione ha lavorato a stretto contatto con i difensori dei diritti umani e i gruppi della società civile. Non solo ha parlato di diritti umani e attivisti civici, ma ha anche distribuito copie gratuite ai prigionieri politici. Per molti in prigione, Novy Čas era la unica fonte di informazione indipendente e l'unico collegamento con il mondo esterno. 

Dopo essere stati liberati, i prigionieri hanno raccontato di aver letto il giornale ad alta voce a tutta la cella e mostrato le copie che erano passate di mano in mano, fino ad esserne consunte. Dopo l'agosto 2020, quando i siti dei giornali online sono stati bloccati, alcune persone hanno distribuito centinaia di numeri di Novy Čas a mano nelle cassette della posta.

Dopo un lungo interrogatorio, Aksana Kolb è stata trasferita nella prigione Akrestsina, il famigerato centro di detenzione di Minsk. Il caso di Aksana Kolb è un altro esempio della persecuzione è incessante contro i pochi media indipendenti rimasti in Bielorussia. 

È interessante notare che questa repressione sta avvenendo nello stesso momento in cui il ministro degli Esteri bielorusso ha inviato comunicazioni ufficiali ai governi dell'Ue e ai mezzi d'informazione internazionali chiedendo nuovamente dialogo, nella speranza che porti alla revoca delle sanzioni contro la Bielorussia. 

Dal primo giorno dell'invasione russa dell'Ucraina, i giornali indipendenti bielorussi hanno raccontato in maniera  tempestiva, sistematica e professionale la guerra, fornendo ai bielorussi informazioni obiettive, analisi dettagliate e storie che contrastano la propaganda e la disinformazione proveniente dai governi bielorusso e russo e dai mezzi d'informazione di stato. Dopo che il Cremlino ha chiuso i mezzi d'informazione indipendenti russi a febbraio e marzo, i giornali on line bielorussi sono diventati un'importante fonte di informazione per la società russa. I siti di notizie indipendenti bielorussi hanno osservato un aumento del traffico dalla Russia e alcuni hanno lanciato progetti speciali rivolti al pubblico russo. Come risultato, diversi media online bielorussi nazionali e regionali – tra cui Novy Čas – sono stati bloccati anche in Russia nel marzo scorso. 

L'arresto di Aksana Kolb mostra che, nonostante i tentativi del governo di mettere a tacere i media indipendenti, la loro influenza rimane forte e non è quindi sorprendente che i regimi in Bielorussia e in Russia li vedano come una minaccia. I giornalisti bielorussi continuano a lavorare efficacemente e a fornire ai cittadini informazioni indipendenti e imparziali, nonostante le condizioni estreme dentro e fuori il paese. Ma le forze democratiche bielorusse, compresi i giornali indipendenti, hanno bisogno di più sostegno e solidarietà internazionali, che potrebbero aiutare a liberare Aksana e gli oltre 1.100 prigionieri del paese.

Potete scrivere ad Aksana Kolb per posta a: Centro di detenzione preventiva n. 1. 220030, vulica Valadarskaha 2, Minsk, Bielorussia.

Il 20 aprile il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ) ha pubblicato un comunicato nel quale chiede alle autorità bielorusse di rilasciare immediatamente la signora Kolbe far cadere ogni accusa contro di lei.

Hai avuto accesso all’articolo completo.

Ti va di sostenere il nostro lavoro? Voxeurop dipende dagli abbonamenti e dai contributi di chi lo legge.

Scopri le nostre offerte a partire da 6 euro al mese e i vantaggi riservati a chi si abbona.
Mi abbono

Oppure dai un contributo libero per rafforzare la nostra indipendenza.
Do il mio contributo

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sostieni un giornalismo che non si ferma ai confini

Approfitta delle offerte di abbonamento oppure dai un contributo libero per rafforzare la nostra indipendenza

Sullo stesso argomento