Il futuro dell'Europa? Presseurop/Frans Lemmens

L’improbabile Eurabia di Geert Wilders

Agitando lo spettro della "minaccia islamica", Geert Wilders ha ottenuto un ottimo risultato alle elezioni amministrative del 3 marzo e ha fatto un grande passo avanti verso la poltrona di primo ministro. Per la società multiculturale olandese il pericolo non viene però dai musulmani, ma dal modo in cui i suoi cittadini intendono la convivenza.

Pubblicato il 4 Marzo 2010 alle 15:37
Il futuro dell'Europa? Presseurop/Frans Lemmens

Se Geert Wilders riuscirà a essere eletto primo ministro dopo le elezioni politiche di giugno, sarà per la prima volta che l'Unione europea ha un capo di stato che crede nell'esistenza dell'Eurabia. Questo continente mitologico coincide con l'attuale Europa, ma i suoi figli, dalla Norvegia a Napoli, imparano a recitare il corano a scuola, mentre le donne portano il burqa. "Andate in giro per strada e vi renderete conto della situazione in cui ci troviamo. Non ci si sente più a casa. Fra poco ci saranno più moschee che chiese", affermava il leader del Partito per la libertà (Pvv) due anni fa, spiegando perché sarebbe meglio pagare i musulmani olandesi per spingerli a lasciare l'Olanda. Wilders guadagna voti utilizzando proprio questa retorica, perché milioni di suoi compatrioti condividono con lui l'impressione di essere minacciati da una cultura straniera.

Wilders si presenta con un accanito sostenitore della libertà di espressione - e sotto questo aspetto non si può dargli torto. L'anno scorso è stato accusato dai magistrati di Amsterdam di incitamento all'odio razziale per aver paragonato il corano al Mein Kampf di Hitler. Quasi il 40 per cento della popolazione è favorevole al processo. Eppure la popolarità del Pvv negli ultimi tempi è cresciuta in modo spettacolare. Non importa la mancanza di contenuti, quello che conta sono i voti. Così, da vago fantasma ideologico, l'Eurabia è diventata a poco a poco un tema di grande attualità.

Insistendo sull'esplosione demografica e sulla jihad, Wilders e i suoi collaboratori danno l'impressione di sapere perfettamente quale sarà il futuro del mondo. Tuttavia le inchieste sociali mettono evidenziano che in genere i musulmani si sentono frustrati a causa della loro emarginazione nella società e della miseria nella quale vivono. E provano stupore di fronte all'idea di rappresentare una forza potente, che cerca di imporsi nel continente europeo. Al contrario, i musulmani sono disposti a essere assimilati e ad adottare un'identità straniera, ma per fare questo hanno bisogno prima di tutto di un vero lavoro. E questo processo di integrazione dei musulmani in Europa è molto lento. In realtà, l'attuale società multiculturale appare piuttosto come un sistema di ghettizzazione. Il pericolo non viene dai musulmani, ma dal modo in cui la maggioranza bianca della popolazione intende la convivenza. Per questo motivo sono importanti processi come questo, in cui vengono giudicate persone che hanno tenuto propositi offensivi nei confronti dell'islam. (adr)

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