L'invasione dell'Iraq decisa dal petrolio

Pubblicato il 19 Aprile 2011

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"Memorandum segreti rivelano collegamenti tra le compagnie petrolifere e l'invasione dell'Iraq", titola l'Independent denunciando il ruolo della collusione tra il governo britannico e l'industria petrolifera nell'invasione dell'Iraq nel 2003. Le rivelazioni su una serie di incontri tra il primo ministro e i dirigenti delle compagnie "contrastano con le smentite pubbliche a proposito di una coincidenza di interessi tra l'industria del petrolio e i governi occidentali", sottolinea il quotidiano londinese. Uno dei memorandum rivela che nel 2002 la baronessa Symons, allora ministro del commercio, informò la multinazionale petrolifera BP "che il governo era convinto che le compagnie energetiche britanniche avrebbero dovuto ottenere una fetta delle enormi riserve di petrolio e gas dell'Iraq come ricompensa per l'impegno militare di Tony Blair a seguito degli Stati Uniti". Pubblicamente la BP ha continuato a sostenere di non avere "alcun interesse strategico" in Iraq, ma in privato ha fatto sapere al ministero degli esteri che l'Iraq era "più importante di qualsiasi cosa avessero visto da molto tempo".

Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.

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