Dublino.

Lo spettro della Brexit aleggia sulle europee

La Brexit pesa sulla la campagna elettorale a nord e sud del confine interno irlandese. Se Londra si separasse dall’Europa unita risultati elettorali in Irlanda del Nord diventerebbero inutili, ma la campagna elettorale per le europee offre l’opportunità di discutere nuove problematiche a chi vuole superare le divisioni tra cattolici nazionalisti e protestanti unionisti.

Pubblicato il 20 Maggio 2019
Miguel Ángel García  | Dublino.

Attualmente l’Irlanda è in testa all’Eurobarometro e ad altri sondaggi sia nel sostegno all’Unione europea sia per la paura che il progetto europeo fallisca, un sentimento rafforzato dalla sensazione di sicurezza e solidarietà offerta da Bruxelles durante la crisi della Brexit. Lo dimostra il fatto che la campagna per le elezioni europee abbia coinvolto candidati di alto profilo e sia caratterizzata da un dibattito su argomenti europei, nazionali e locali. Secondo le previsioni l’affluenza dovrebbe essere insolitamente alta.

Considerando che il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord diventerebbe la nuova frontiera internazionale tra l’Unione europea e il Regno Unito, è evidente che l’Irlanda sia particolarmente esposta agli effetti politici ed economici della Brexit.

Per evitare di turbare il processo di pace in Irlanda del Nord e proteggere i progressi fatti dopo gli accordi del 1998, l’Unione europea ha inserito nell’accordo di separazione con Londra il famoso backstop, ovvero una garanzia che il confine resti aperto dopo la Brexit. Questo patto permetterebbe all’Irlanda del Nord di rimanere all’interno dell’unione doganale e del mercato unico indipendentemente da cosa accadrà al resto del Regno Unito. Gli unionisti e i conservatori che appoggiano la Brexit non vogliono il backstop perché secondo loro limiterebbe la possibilità di raggiungere accordi commerciali indipendenti e metterebbe in pericolo l’unità costituzionale del Regno Unito. […] Continua a leggere l'articolo su Internazionale.it

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