Merkel vuole un’Europa più tedesca

Pubblicato il 28 Maggio 2012 alle 11:41

“Herman, potresti almeno dire che attorno a questo tavolo non siamo tutti dello stesso avviso!”: secondo lo Spiegel queste parole sono state pronunciate con rabbia da Angela Merkel mercoledì sera durante il vertice informale a Bruxelles contro il presidente del Consiglio europeo. Van Rompuy aveva appena dichiarato che non ci sono più “tabù” nella strategia economica dell’Unione europea, e che “esaminerà la questione degli eurobond” rifiutati dalla Germania.

La cancelliera, alle prese con un’opposizione senza precedenti alla sua politica d’austerity in seno all’Unione europea, prepara la risposta alla “strategia di crescita” del suo principale avversario, il presidente francese François Hollande.

Secondo il settimanale tedesco si tratta di un progetto in sei punti che circola attualmente a Berlino e che dovrebbe rimettere in carreggiata l’Europa rendendola più “tedesca”. Ispirandosi alle riforme avviate in Germania est dopo la riunificazione e al grande programma di flessibilizzazione dell’impiego chiamato “agenda 2010”, la cancelliera vuole salvare l’euro attraverso riforme strutturali:

Merkel vuole programmi che favoriscano la creazione di piccole e medie imprese simili a quelli tedesche. […] Gli stati europei con un alto tasso di disoccupazione dovrebbero riformare il loro mercato del lavoro secondo il modello tedesco. Dunque minore protezione contro il licenziamento, contratti a salario basso e con pochi contributi a carico dei datori di lavoro, maggior formazione sul posto di lavoro. [Nei paesi del sud, dove ci sono molte imprese che approfittano della protezione statale,] bisognerà creare fondi per privatizzarle, come nell’ex Germania est. […] Inoltre i consiglieri di Merkel vorrebbero la creazione di zone economiche speciali come quelle che hanno favorito la crescita della Cina. Infine gli stati dell’Europa meridionale dovrebbero investire nelle energie rinnovabili, ridurre gli ostacoli fiscali e favorire la mobilità dei lavoratori.

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