Rassegna Passaggio a Nordovest

Milei e Wilders: il lupo mannaro e il vampiro

La rassegna stampa di questo mese, in collaborazione con Display Europe, analizza le reazioni dei giornalisti olandesi alla vittoria di Geert Wilders e quella della stampa europea al risultato di Javier Milei in Argentina.

Pubblicato il 6 Dicembre 2023 alle 17:31

Un mese “positivo” per due outsider politici che sono stati definiti il “lupo mannaro” e il “vampiro”. In Argentina, il libertariano di destra Javier Milei ha ottenuto una vittoria decisiva alle elezioni presidenziali. L'ex opinionista televisivo, senza alcuna esperienza politica precedente, ha suscitato ovvi paragoni con Donald Trump. Tuttavia, come sostiene Imdat Oner per l'European Center for Populism Studies, Milei deve la sua vittoria a un contesto di crisi economica e di disperazione, e sarebbe prematuro tradurre un evidente voto di protesta in un ampio appetito per il populismo di destra. Nel periodo precedente alle elezioni, Open Democracy ha pubblicato un articolo illuminante sulla sorprendente diversità dell'elettorato di Milei.

Più facile, invece, in Europa vedere la vittoria elettorale di Geert Wilders nei Paesi Bassi come parte di una tendenza molto più ampia che si applica su tutto il continente. Dieuwertje Kuijpers su Vrij Nederland sostiene che gli elettori non si sono in realtà drasticamente spostati a destra, e che la vittoria di Wilders emerge invece dalle specificità del panorama politico-partitico olandese e dalla frammentazione elettorale.

Se la vittoria del Pvv (Partij voor de Vrijheid, Partito della Libertà) è stata uno shock per molti opinionisti, l'analista politico Joost van Spanje dell'Università di Londra è stato, come nota Kuijpers, uno dei pochissimi a prevedere l'esito delle elezioni. "Ciò che Mark Rutte ha sempre fatto bene è il giochetto di ritrarre il Pvv da un lato come un ‘chiacchierone’ e, dall'altro, adottare senza vergogna il suo programma. In questo modo, ha mantenuto la preoccupazione degli elettori sulla questione migratoria", afferma van Spanje. 

La diga si è rotta quando il successore di Rutte, Dilan Yeşilgöz, ha suggerito che una coalizione con Wilders avrebbe potuto essere fattibile. "Sempre più elettori si sono resi conto che questa volta Wilders era un'opzione seria", scrive Kuijpers. "Quello che è seguito è stato un effetto a valanga: un lento accumulo a settembre, un'accelerazione a ottobre e un'impennata a novembre. Per anni il PVV è stato isolato ai margini, e una parte del suo ossigeno elettorale è stata tolta quando il Vvd (Volkspartij voor Vrijheid en Democratie, il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia) ne ha imitato l'agenda e la retorica sulla migrazione. Con il Vvd che ha rimosso questo isolamento, si è aperta una porta".

Dopo l'annuncio dei risultati elettorali, Andreas Kouwenhoven e Thijs Niemantsverdriet sono andati per le strade di Rotterdam e Amsterdam per parlare con le comunità musulmane. Il loro rapporto, pubblicato sul NRC Handelsblad, traccia un quadro sorprendente. È vero che ci sono timori per possibili discriminazioni, ma c'è anche chi confida nella capacità delle istituzioni olandesi e della Costituzione per proteggere i propri diritti. Si trovano anche musulmani che condividono gran parte delle affermazioni di Wilders, soprattutto per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, la casa e la migrazione. Tuttavia, l'articolo si chiude con Sabi El Massaoui, direttore di un centro giovanile marocchino, che si preoccupa dell'effetto psicologico di una vittoria di Wilders sui giovani musulmani. "Dalla notte delle elezioni, mi chiedo: siamo tornati al punto di partenza? Tutti questi sforzi sono stati vani? La polarizzazione causerà problemi psicologici. Una generazione perduta è all'orizzonte".   

Forse un sintomo della già citata mancanza di sostanza nel centro politico, sono gli elettori più giovani, più inclini della popolazione generale a votare per il Pvv o per l'alleanza Verdi-Sinistra-Lavoro. Come mostra un grafico pubblicato da NOS, se un numero minore di giovani si è recato a votare (73 per cento, contro l'80 del 2021), quelli che lo hanno fatto sono stati più propensi a votare per Wilders rispetto alla popolazione generale. Il Pvv è stato la prima preferenza degli elettori tra i 18 e i 35 anni, mentre la loro seconda preferenza è stata l'alleanza Verdi e Sinistra guidata da Frans Timmermans.
Quando, lo scorso marzo, il Movimento civico contadino (Bbb) ha vinto le elezioni provinciali olandesi del 2023, ha segnalato che si stavano preparando seri problemi per il governo olandese, soprattutto per quanto riguarda l'attuazione delle politiche climatiche. La vittoria del Bbb è stata una reazione agli sforzi, profondamente impopolari, per ridurre le emissioni delle aziende agricole. Il movimento, relativamente giovane, ha avuto un impatto minore sulle elezioni parlamentari. Come spiega Hans Nauta su Trouw, ci sono motivi di preoccupazione per le conseguenze di queste elezioni sulla politica climatica e sulla transizione energetica. Greenpeace ha reagito alla vittoria elettorale di Wilders innalzando uno striscione davanti all'ufficio del primo ministro ("La Torre") all'Aia con la scritta "Nessun negazionista del clima nella Torre".


Da leggere

Un’azienda danese di carne suina citata in giudizio per “greenwashing”

Daniela de Lorenzo | EUObserver | 24 novembre | EN

Si tratta della prima causa legale contro un’azienda alimentare europea per affermazioni ingannevoli sulla questione climatica. Il produttore di carne di maiale Danish Crown sosteneva che i suoi prodotti erano "più rispettosi del clima di quanto si pensi": la Società Vegetariana di Danimarca e il movimento danese per il clima Klimabevægelsen, sulla base di sospetti sulla comunicazione, hanno avviato la causa nel 2021. Data l'enorme impronta di carbonio della produzione di carne e latticini, questo caso è considerato un precedente cruciale quando si tratta di affrontare il greenwashing dell’industria alimentare. L'esito di questa causa potrebbe influenzare l'industria alimentare in generale, ricordando la necessità per le aziende di sostenere le proprie affermazioni ambientali con prove credibili e di aderire a normative rigorose. L'evoluzione del panorama legale del greenwashing spinge le aziende a rivalutare le proprie pratiche di sostenibilità e le strategie di marketing per evitare potenziali ripercussioni legali.

Aumentano i casi di interferenza straniera in Francia e in Europa

Briefing | Le Grand Continent | 19 novembre | FR, ES

Nel suo rapporto annuale pubblicato all'inizio di novembre, la Delegazione parlamentare francese per l'intelligence dichiara che "la minaccia di interferenze straniere è ad un livello elevato in un contesto internazionale teso". La delegazione individua tre grandi categorie di interferenza: classica, moderna e ibrida, ciascuna dispiegata da diversi paesi, soprattutto Russia, Cina, IranTurchia. La delegazione propone 18 raccomandazioni, tra cui una formazione sistematica sui rischi di interferenza durante le elezioni, un quadro giuridico per l'influenza straniera simile alle norme sul lobbismo e l'abbassamento della soglia per il controllo degli investimenti stranieri.

Le Grand Continent contestualizza il rapporto nell'ambito della crescente consapevolezza europea del rischio di interferenze e delle misure adottate dalle istituzioni, in particolare il pacchetto "Difesa della democrazia" annunciato da Ursula von der Leyen nel settembre 2022. Come spiega l'articolo, gli aspetti di questo pacchetto riguardanti i finanziamenti esteri sono stati fortemente criticati dalle organizzazioni della società civile. Come sostengono Lukas Harth, Florian Kriener e Jonas Wolff, "la risposta dell'Ue a quella che percepisce come una minaccia alla democrazia potrebbe, inavvertitamente, aprire la strada a misure che fanno più male che bene alla democrazia, in Europa e nel mondo".

In collaborazione con Display Europe, cofinanziato dall'Unione europea. I punti di vista e le opinioni espressi sono esclusivamente quelli dell'autore o degli autori e non riflettono necessariamente quelli dell'Ue o della Direzione Generale per le Reti di Comunicazione, i Contenuti e la Tecnologia. Né l'Unione europea né l'autorità che ha concesso il finanziamento possono essere ritenute responsabili.
ECF, Display Europe, European Union

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