"Un anno dopo la fine della guerra tra Russia e Georgia, Mosca continua a ignorare la maggior parte degli accordi negoziati nella capitale russa dai presidenti Nicolas Sarkozy e Dmitri Medvedev - ai 'sei punti' firmati il 12 agosto 2008 se ne sono aggiunti altri tre l'8 settembre successivo". Tali sono, riferisce Dziennik, le conclusioni principali del rapporto del Consiglio nazionale per la sicurezza polacco (Bbn) sul tentativo di risoluzione del conflitto nel Caucaso. Secondo il quotidiano polacco il rapporto suggerisce che, contrariamente alla Georgia, la Russia non ha adempiuto all'impegno di mettere definitivamente un termine alle operazioni militari nella regione e di concedere un accesso illimitato alle organizzazioni umanitarie. La Russia non ha rispettato nemmeno la promessa di ripiegare le sue truppe sulle posizioni che occupavano prima del conflitto. Secondo gli autori del rapporto tuttavia quest'ultimo punto è dovuto alle imprecisioni nel testo dell'accordo.
Nel suo editoriale Dziennik segnala inoltre l'esistenza di un altro rapporto, preparato dalla Missione indipendente d'inchiesta sul conflitto in Georgia, sotto l'egida dell'Unione europea. Secondo fonti bene informate, questo rapporto - non ancora pubblicato - dimostra che è stata la Georgia a cominciare le ostilità.
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