Nell’agenda Van Rompuy non c’è il federalismo

Pubblicato il 14 Settembre 2012 alle 13:26

“Van Rompuy propone un ministero Ue dell’economia”: così La Repubblica riassume il documento preparatorio stilato dal presidente del Consiglio europeo in vista del prossimo incontro del 18 e 19 ottobre a Bruxelles. Van Rompuy ha posto ai capi di stato e di governo 13 domande sul futuro assetto dell’Unione, incentrate su “quattro pilastri: un maggiore coordinamento sul settore finanziario, bilancio, politiche economiche e una ricerca di maggiore legittimazione democratica dell'Unione”.

L’integrazione finanziaria è il punto che riceve maggior attenzione: l’intenzione è guardare già oltre l’unione bancaria non ancora realizzata. Sul fronte del bilancio Van Rompuy evita di citare gli eurobond, ma evoca un "budget centrale dell'area euro" che "potrebbe prevedere limitate emissioni di debito comune”. Sul piano economico il documento chiede "come rendere più vincolanti le politiche per la competitività, l'occupazione il coordinamento del fisco, e la stabilità finanziaria?" Ben più deludente, commenta Repubblica, la parte sull’integrazione politica, in cui manca qualunque riferimento al modello federalista citato il 12 settembre dal presidente della Commissione José Barroso nel suo discorso sullo stato dell’Unione. Secondo il quotidiano romano

il rapporto è un tentativo di bilanciare nuovo rigore e solidarietà per uscire dalla crisi. Più poteri a Bruxelles sui bilanci nazionali in cambio di forme di Eurobond. Un lento processo per permettere alla Merkel di farlo digerire ai politici e ai cittadini tedeschi. Van Rompuy però non cita riforme dei trattati visto che il timore condiviso dal presidente Ue e da molti governi e cha la Merkel imponga nuova austerity subito, rimandando al lungo negoziato per un nuovo trattato la parte su Eurobond e condivisione dei rischi, in modo da scavallare le elezioni tedesche dell'autunno 2013.

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