Voxeurop community Invasione dell'Ucraina | Conferenza sul futuro dell'Europa

No alla guerra: è l’ora di un patto per la rifondazione dell’Europa

In questa lettera aperta Civico Europa chiede ai dirigenti dell'Ue di essere all'altezza delle attese dei cittadini emerse durante la Conferenza sul futuro dell'Europa. La guerra in Ucraina ha reso chiaro che l'Europa deve garantire la pace, la stabilità e il rispetto dei diritti fondamentali anche nei paesi vicini.

Pubblicato il 3 Aprile 2022

Il 24 febbraio 2022, con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, l'Europa è entrata in una nuova fase della Storia.

All'orrore provocato da questa guerra, con le sue distruzioni e morti, l'Unione ha tempestivamente reagito con forza, condannando fermamente l'aggressione militare e attuando il più ampio pacchetto di sanzioni mai stabilito contro la Russia, riaffermando la sua solidarietà e il suo sostegno all'Ucraina, facendo tutto il possibile per difenderla e organizzando un efficace piano di assistenza militare e umanitaria.

Esprimiamo il nostro sostegno alle azioni e alle decisioni prese dall'Unione e da tutta la comunità internazionale in questi momenti difficili, ribadendo la nostra richiesta per una fine immediata degli scontri, per la sicurezza dei corridoi umanitari e per l'apertura di negoziati di pace.

Chiediamo inoltre che l'Unione svolga un ruolo di primo piano nella ricostruzione dell'Ucraina, devastata dalla tragedia che sta vivendo e dalle sue drammatiche conseguenze umanitarie ed economiche.

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In questo contesto, l'Unione deve fare tutto il possibile per garantire la pace e la stabilità in tutti i paesi confinanti con il suo territorio e, mentre deve accelerare le procedure di adesione in corso con i Balcani occidentali, deve impegnarsi a considerare le candidature recentemente presentate come parte di una nuova strategia di integrazione e rafforzamento della sua governance.

Questa guerra nel continente europeo cancella tutte le nostre certezze e illusioni sulla non ripetizione degli orrori del XX secolo e ci costringe a una profonda revisione della nostra organizzazione politica e istituzionale.

Come sottolineato recentemente da diverse personalità europee, "la storia ci impone un nuovo momento costituente...".

In effetti, questo momento è arrivato con una forza e un'urgenza senza precedenti.

Durante la crisi del Covid19, l'Unione ha fatto un primo salto di solidarietà.

Ora è una svolta civica ad essere necessaria, aprendo la strada ad una riappropriazione del progetto europeo da parte dei cittadini, per permettere all'Unione di entrare in una fase veramente democratica, in una vera Unione politica, la sola in grado di garantirne  un rafforzamento duraturo nel tempo.

Di fronte alle grandi potenze autocratiche, l'Unione deve affermarsi come il primo grande potere civico della storia, con la forza di tutto ciò che gli europei e le europee hanno già costruito insieme.

Sono questa forza e questa ambizione che oggi ci spingono verso una vera integrazione politica dove saranno cancellate le differenze tra gli Stati, le contraddizioni tra il metodo comunitario e  quello intergovernativo, le impasse derivanti dal voto all'unanimità, la mancanza di competenze nei settori più critici, la sfiducia dei cittadini verso un progetto da cui si sentono esclusi.

I cittadini si aspettano che l'Europa li protegga e conduca un'azione forte, legittimata da una chiara base giuridica e sostenuta da strumenti efficaci.

È dunque giunto il momento di stabilire un nuovo Patto fondatore dell'Unione, attraverso una modifica sostanziale del Trattato di Lisbona oggi in vigore..

Un Patto che renda finalmente possibile realizzare l'Unione della difesa, dell'energia, della salute, dell'economia, del lavoro, del sociale, dell'educazione, della cultura.

Un Patto che rafforzi il carattere democratico delle istituzioni e il loro metodo di lavoro, riaffermando l'attaccamento ai valori dell'Unione come la pace, la democrazia, la giustizia, la solidarietà e il rispetto dello stato di diritto.

Un anno fa, l'Unione ha lanciato la Conferenza sul futuro dell'Europa – la prima iniziativa concreta di ascolto e dialogo con tutta la società civile europea.

Tuttavia, la guerra rischia di marginalizzare – se non addirittura annullare – tutti gli sforzi che stanno dietro a questo esperimento unico nella storia dell'Unione, se non siamo in grado di rivederne  obiettivi e calendario.

La Conferenza costituisce  di fatto la sede ideale per lanciare, nella sua riunione del 9 Maggio, la revisione del Trattato di Lisbona e l'elaborazione di un nuovo Patto fondatore.

Il tempo vola. Le sfide che dobbiamo affrontare diventano ogni giorno più complesse e pericolose. La domanda di Europa non cessa di aumentare.

Cerchiamo di essere all'altezza di queste aspettative!

Nel febbraio 1984 un gruppo di intellettuali francesi, tra cui Edgar Morin,

lanciò un appello su Le Monde, dal titolo provocatorio:

"Ci vuole una terza guerra mondiale per creare gli Stati Uniti d'Europa? "

La risposta, dopo quasi 40 anni, è decisamente NO.

No alla guerra!

Sì ad un'Unione Europea veramente democratica, politica e dei cittadini!

I firmatari:

Guillaume Klossa (FR), copresidente di CIVICO Europa, manager aziendale, scrittore;
Francesca Ratti (IT), copresidente di CIVICO Europa, ex vicesegretario generale del Parlamento europeo; Alberto Alemanno (IT), professore di diritto comunitario, HEC Paris; fondatore della Good Lobby; László Andor (HU), ex commissario europeo, segretario generale della FEPS; Antonio Argenziano (IT), presidente JEF EUROPE; Enrique Baron Crespo (ES), ex presidente del Parlamento europeo; Brando Benifei (IT), membro del parlamento europeo (PE); Gilbert Bourseul (FR), Presidente di TOPICS; Mercedes Bresso (IT), ex membro del PE; ex presidente del Comitato delle Regioni; Marco Cappato (IT), co-presidente di EUMANS, ex membro del PE; Daniel Cohn-Bendit (FR), ex presidente del gruppo dei Verdi al PE; Carmelo Cedrone (IT), responsabile del Laboratorio Europa, EURISPES; Alessia Centoni (IT), Presidente dell'Associazione Donne Europee, membro di CIVICO Europa; Silvia Costa (IT), ex membro del PE; Pier Virgilio Dastoli (IT), Presidente del Movimento Europeo, Italia; Alvaro de Vasconcelos (PT), ex direttore dell'Istituto di Studi sulla Sicurezza dell'UE; Cynthia Fleury (FR), filosofa e psicoanalista; Michele Fiorillo (IT), Filosofo, membro di CIVICO Europa; Virginia Fiume (IT), co-presidente di EUMANS; Vaira Vike-Freiberga (LV), ex Presidente della Repubblica Sandro Gozi (IT), membro del PE, presidente dell'Unione dei Federalisti europei; ex ministro degli Affari europei; Olivier Guez (FR), scrittore; Cristina Hernandez Montanari (ES), membro fondatore di Alliance4Europe, funzionario del PE; Alain Hutchinson (BE), ex membro del Parlamento europeo; Luca Jahier (IT), membro ed ex presidente del Comitato economico e sociale; Jo Leinen (DE), ex membro del PE; Niccolò Milanese (UK), direttore di European Alternatives; Sofie Oksanen (FI), scrittore; Stojan Pelko (SI), ex ministro della cultura; Gianna Pentenero (IT), Assessore al lavoro e alla sicurezza del Comune di Torino; Gianni Pittella (IT), Senatore italiano, ex deputato al PE; Maria João Rodrigues (PT), presidente della FEPS, ex ministro, ex membro del PE; Michael Roth (DE), presidente della commissione affari esteri del Bundestag, ex segretario di Stato per gli affari europei; Domènec Ruiz Devesa (ES), membro del Parlamento europeo; Jochen Sandig (DE), direttore della compagnia di danza Sasha Waltz and Guests; Fernando Savater (ES), filosofo; Roberto Saviano (IT), scrittore; Claus Haugaard Sorensen (DK), ex direttore generale della Commissione europea; Daniela Vancic, (SI), Democracy International, responsabile del programma europeo; Luca Visentini (IT), segretario generale della Confederazione europea dei sindacati; Sasha Waltz (DE), ballerino e coreografo; Samuel Zbogar (SI), capo dell'ufficio UE in Kosovo e della delegazione UE in Macedonia del Nord; ex ministro degli Affari esteri; Slavoj Zizek (SI), filosofo;

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