Ritwik Swain ha diciannove anni e pensa che la sua sia una scelta all’avanguardia per gli studenti britannici: si è iscritto a Groninga, nei Paesi Bassi. Fino a un anno fa non aveva neppure sentito parlare di questa città e non sapeva assolutamente nulla di università olandesi. Dopo due settimane invece già alloggiava in una casa per la gioventù e frequentava psicologia. Oggi non ha alcun rimpianto. Sta facendo “qualcosa di inusuale tra gli studenti britannici: acquisire un’esperienza internazionale e risparmiare parecchi soldi”.
Swain in un primo tempo avrebbe voluto entrare all’università di Warwick, che considera la migliore del Regno Unito dopo Oxford e Cambridge. In primavera quindi aveva inviato a cinque università tutta la documentazione necessaria, comprendente la sua lettera di motivazione, un curriculum e varie raccomandazioni. Tre istituti universitari gli hanno risposto con un’offerta: poteva iscriversi a patto di ottenere come voto alla maturità un A e due B. Il giorno in cui sono stati esposti i quadri ha scoperto di aver ricevuto due B e un C. “Avrei potuto iscrivermi all’università di Coventry, ma è molto meno prestigiosa di Warwick”, commenta Swain. Così si è messo alla ricerca di un’alternativa e nel giro di due settimane è partito per i Paesi Bassi.
Dopo questa estate, molti suoi connazionali probabilmente andranno a tenergli compagnia: il numero di studenti che non riesce a entrare in un’università britannica è in costante aumento. Ormai la cifra per l’iscrizione supera i 10mila euro, e sempre più studenti britannici iniziano a guardare oltre la Manica.
I Paesi Bassi, dove i britannici possono iscriversi a una facoltà versando rette di soli 1.700 euro l’anno, sembrano la destinazione migliore. L’università di Maastricht, per esempio, offre ben otto corsi di laurea in inglese e ha ricevuto finora 450 preiscrizioni dal Regno Unito. Forse non tutti questi studenti si trasferiranno, ma l’interesse è decisamente maggiore rispetto all’anno scorso. Centinaia di studenti si sono iscritti a Groninga, che offre nove corsi di laurea in inglese.
L’imprenditore Mark Huntington, che nel 2006 ha fondato un’agenzia per informare gli studenti britannici sulla possibilità di studiare all’estero, dice: “Tra gli europei, i britannici sono per tradizione quelli meno portati a trasferirsi. I pochi che lo fanno vanno in Australia o negli Stati Uniti”. Le università europee suscitavano poco interesse, quelle olandesi ancora meno.
Da due anni a questa parte, però, le cose sono cambiate rapidamente. Se all’inizio un solo liceale su dieci chiedeva informazioni sui Paesi Bassi, quest’anno è stata oltre la metà dei diplomati. “I Paesi Bassi sono ormai la terza destinazione dopo Australia e Stati Uniti”, spiega Huntington, che quest’anno iscrive gli studenti a dieci università olandesi.
“Il motivo principale dell’interesse dei britannici sono i soldi, oltre ai contenuti. Nei Paesi Bassi in genere l’offerta formativa prevede aspetti più pratici e meno teorici, e prepara meglio alla vita professionale. Nel Regno Unito il fatto di avere un diploma di laurea di per sé non è eccezionale: occorre sapersi affermare sul mercato del lavoro”, prosegue Huntington.
Le università olandesi sono ben felici di accogliere gli studenti britannici: “Per noi si tratta di un gruppo molto importante, perché ascoltare dei madrelingua migliora l’inglese di tutti gli altri studenti”, spiega un portavoce dell’Università di Groninga. Gli studenti britannici oltretutto corrispondono al profilo internazionale dell’Università di Maastricht. A patto di essere molto motivati, sottolinea il portavoce: “In Gran Bretagna una volta entrati all’università si arriva in fondo. Da noi, invece, è più facile entrare, ma è anche più facile abbandonare gli studi. Gli studenti britannici devono esserne consapevoli”. (traduzione di Anna Bissanti)