Parigi cede sugli eurobond

Pubblicato il 21 Giugno 2012 alle 13:04

Non è ancora arrivato il momento degli eurobond. La Francia, per bocca del suo primo ministro, ha accettato ciò che la Germania ripete da mesi. In un’intervista concessa a Die Zeit, Jean-Marc Ayrault riconosce che

per una comunitarizzazione del debito serve una maggiore integrazione politica, e ci vorranno anni per realizzarla. Non possiamo attendere così a lungo prima di agire. Ancora una volta, infatti, il tempo stringe.

Il capo del governo francese, criticando nuovamente l’austerity eccessiva, evoca nuove soluzioni per superare la crisi dell’euro:

Dobbiamo muoverci verso una supervisione bancaria comune, con un sistema europeo di garanzia dei depositi. Potremmo inoltre trovare soluzioni che permettano agli stati di avere accesso più facilmente ai mezzi finanziari. […] A breve termine il ruolo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) dovrà essere rafforzato. In determinate condizioni dovrà essere autorizzato ad agire come una banca per evitare che gli stati si indebitino ancora di più sulle spalle dei contribuenti.

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A Parigi La Tribune constata che “allineandosi sugli eurobond il nuovo governo francese abbandona il punto fondamentale del suo programma europeo”. Ricordando le aspre critiche della cancelliera Angela Merkel alle proposte di François Hollande, il quotidiano sottolinea che

il nuovo presidente francese ha imparato la lezione. Ha dimenticato la promessa di mutualizzazione del debito che appena un mese fa ribadiva fermamente. […] Ha dimenticato la sua idea di plasmare la Bce sul modello della Fed [la Federal reserve americana], vero e proprio casus belli per Berlino. Infine ha dimenticato anche la rinegoziazione del patto di bilancio per inserire un ‘programma di crescita’, ormai ridotto a provvedimenti marginali che nessuno crede avranno un impatto rilevante sulla situazione europea e ancora meno su quella francese.

“Con questi passi indietro - conclude La Tribune - Parigi prende atto della sua posizione di debolezza in Europa”.

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