Qualche giorno fa eravamo seduti a tavola a parlare di diverse professioni. Mia figlia adolescente mi ha detto, un po' sconfortata: "Papà, tu sei intelligente, sai un sacco di cose... e fai il giornalista". Sorpreso e avvilito, ho ripreso il solito ritornello sull'importanza del giornalismo per la democrazia e perché consente tra l’altro ai cittadini di fare scelte responsabili e informate… ma non sono riuscito a convincerla. Certo, è un'adolescente e il suo coinvolgimento nella società è ancora agli inizi, ma la sua osservazione mi ha fatto riflettere nuovamente sulla percezione che i giovani – e i meno giovani – hanno del giornalismo e del suo ruolo chiave.
E anche su quel che la premio Nobel per la pace Oleksandra Matvijčuk ha detto di recente durante un discorso ai premi per la libertà di stampa di Reporters Sans Frontières (RSF), ripreso e tradotto da Voxeurop: "Molte persone, anche nelle democrazie sviluppate, non si rendono conto dell'importanza della libertà di stampa".
Questa tendenza è confermata dagli ultimi rapporti di RSF, che denunciano una "erosione" della libertà di stampa in Europa, con grandi disparità tra i paesi, soprattutto a causa di violenze e misure liberticide contro i giornalisti volte a ostacolarne l'attività.
Questo si riflette nell'atteggiamento di un'opinione pubblica polarizzata (anche se non così polarizzata come si potrebbe temere, osserva Caroline de Gruyter su EUobserver), che in parte ha manifestato un'ostilità senza precedenti durante la pandemia di Covid-19. Equiparati alle élite vituperate dai populisti, anche i media sono tra i bersagli preferiti degli autocrati. I giornalisti investigativi, da parte loro, sono soggetti a procedure SLAPP (Strategic lawsuit against public participation, delle categorie di liti temerarie) volte a intimidirli, come spiegano gli avvocati Francesca Carrington e Justin Borg-Barthet in The Conversation.
Ultima delle istituzioni internazionali, sulle orme del Consiglio d'Europa (di cui è una delle missioni), l'Ue è impegnata da diversi anni nella difesa della libertà di stampa. Lo fa attraverso programmi di sostegno finanziario a progetti giornalistici (come lo European Data Journalism Network, di cui Voxeurop è parte) e di regolamentazione del settore. Dobbiamo a essa una proposta di Direttiva contro le SLAPP e, più recentemente, il Media Freedom Act (MFA), concepito per rafforzare l'indipendenza editoriale dei mezzi d’informazione, evitare interferenze politiche ed economiche e limitare i rischi derivanti dalla concentrazione delle testate in poche mani.
Se da un lato queste due misure hanno il merito di offrire una protezione aggiuntiva ai giornalisti e alla libertà di stampa, dall'altro soffrono dei difetti tipici dei compromessi frutto di lunghi negoziati tra le istituzioni dell'Ue e gli stati membri. Ad esempio, la versione della direttiva anti-SLAPP approvata alla fine di novembre 2023 è considerata "notevolmente annacquata" e "manca l'obiettivo iniziale: proteggere i giornalisti e il diritto all'informazione nell'U", secondo diverse organizzazioni europee che difendono i giornalisti.
Per quanto riguarda il MFA, il 15 dicembre gli stati membri e il parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sul testo finale. Considerato "promettente" da RSF, è il risultato di un lungo braccio di ferro in cui le organizzazioni per la libertà di stampa hanno avuto un ruolo chiave, di fronte a governi riluttanti a rinunciare alle loro prerogative. Le rivelazioni di Disclose, Investigate Europe e Follow the Money sulla volontà di diversi paesi, tra cui Francia, Ungheria, Italia, Finlandia, Grecia, Cipro, Malta e Svezia, di "silurare" l'MFA "facendo attivamente campagna per autorizzare la sorveglianza dei giornalisti, in nome della 'sicurezza nazionale'", non sono probabilmente una coincidenza, a conferma dell'utilità del giornalismo d'inchiesta.
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