"Rivoluzioni arabe – un'opportunità per noi". Dopo sette mesi di dibattito sul ruolo dell'Islam in Germania, Die Zeit ricorda tutti i pregiudizi che sembrano essere spariti dall'immaginario europeo contemporaneamente alla caduta dei dittatori mediorientali. Secondo la rivista "le rivolte a Tunisi, al Cairo e a Teheran modificheranno l'atteggiamento dell'occidente verso l'Islam". In una lunga inchiesta, il cui tono sembra ispirarsi al "non abbiate paura!" di Giovanni Paolo II ai popoli dell'Europa orientale, il settimanale tedesco illustra gli elementi collegati alle rivolte popolari che potrebbero rendere il mondo migliore, da Berlino a Pechino passando per Ramallah. Prima di tutto le cose miglioreranno da noi, perché la fine della demonizzazzione dell'immagine dei musulmani non può che fare bene alla coabitazione; e successivamente anche più lontano, dato che le relazioni tra l'Ue e la Turchia, che non sarà più "la cerniera tra l'Europa democratica e il dispotismo arabo", appariranno sotto una nuova luce. Infine in Iran, in Cina e in Bielorussia, perché non è detto che i regimi locali usciranno indenni dallo shock delle "rivoluzioni arabe".
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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