Dopo la rinaturalizzazione nell’ambito del programma LIFEDrawaPl, nella Drava sono comparsi esemplari di Ranunculion fluitantis. | Foto: ©​​Marek Kowalczyk The Drawa river lives again, thanks to the renaturalisation programme.

In Polonia il salvataggio dell’Oder comincia dagli affluenti

Il secondo fiume più lungo della Polonia è anche uno dei più inquinati, soprattutto a causa degli scarichi dell'industria agricola e dell’incuria dei governi successivi. Piccoli progetti locali riescono a ripulirne gli affluenti, ma non bastano per invertire la tendenza: ci vuole un cambiamento di mentalità sostengono gli esperti.

Pubblicato il 12 Marzo 2024
The Drawa river lives again, thanks to the renaturalisation programme. Dopo la rinaturalizzazione nell’ambito del programma LIFEDrawaPl, nella Drava sono comparsi esemplari di Ranunculion fluitantis. | Foto: ©​​Marek Kowalczyk

“Il salvataggio dell’Oder comincia da qui” dice l’idrobiologo Robert Czerniawski indicando un ruscello che si getta prima nel fiume  Drava, poi nell’Oder, il cui bacino, dal lato polacco, è alimentato da diecimila torrenti e ruscelli simili a questo.

Solo pochi anni fa alcuni anelli di cemento posti nel ruscello – ora dal corso sinuoso – facevano sì che “l'acqua scorresse rapida e senza ostacoli, impedendo che si creassero condizioni favorevoli alla vita, come in un canale”, spiega Czerniawski. Da quando questi elementi di cemento sono stati rimossi e il letto è stato restaurato, l'acqua del ruscello è in grado di ripulirsi da sola e le trote sono tornate a riprodursi. “La natura utilizza subito ciò che ha”: Czerniawski non cela quanto questo lo affascini. “Inoltre, ora il flusso dell'acqua è molto più lento per via delle anse". Questo significa che l'acqua rimane nell'ambiente più a lungo, invece di precipitarsi subito verso il Mar Baltico.Il bacino idrografico dell’Oder copre un terzo della Polonia.

Questo significa che quello che accade nella Drava o in qualsiasi altro luogo dell’Alta o Bassa Slesia ha un impatto sulle condizioni dell’intero corso del fiume. Nel 2022 la maggiore quantità di rifiuti minerari scaricati nei fiumi, unita al basso livello dell’acqua e alle elevate temperature, ha generato fioriture di alghe dorate, causando la più grande catastrofe ecologica dell’Oder.

Oder basin map
Il fiume Oder e i suoi affluenti.

“Va da sé che non basta prendersi cura soltanto del letto dell’Oder. È come se, nel salvare un albero, ci occupassimo solo del tronco e trascurassimo la chioma, le foglie e le radici”, spiega Artur Furdyna, ittiologo e coordinatore delle operazioni di LifeDrawaPL, il progetto di restauro fluviale più costoso nella storia dell’Unione europea. 

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L’Ue ha stanziato quasi 7 milioni di euro per creare condizioni favorevoli al ritorno e allo sviluppo di specie ittiche e piante acquatiche a elevato rischio di estinzione, nonché per costruire passaggi per i pesci sulla Drava. Tra l’altro il salmone, indicatore di buona qualità dell’acqua, adesso può di nuovo migrare liberamente.  

Robert Czerniawski (left) and Artur Furdyna. | Photo: ©Marek Kowalczyk
Robert Czerniawski (a sinistra) e Artur Furdyna. | Foto: ©Marek Kowalczyk

“Con un solo salmone non sopravviveremo”

Alcuni allevatori sono scettici riguardo alla protezione del salmone nella zona. Inoltre, un altro problema li preoccupa: “I piccoli laghi nella parte superiore della Drava sono praticamente a secco”, riferisce Stanisław Baliński, allevatore di 74 anni, durante un dibattito tenutosi lo scorso novembre riguardante le sfide che affronterà il bacino della Drava. Baliński sottolinea la necessità di far salire il livello dell'acqua in uno dei laghi della zona. Non capisce perché ci sia una carenza d'acqua nella regione dei laghi di Drawsko [distretto della Pomerania occidentale], se la quantità di pioggia caduta è sempre la stessa.

“La siccità può verificarsi nonostante le precipitazioni normali”, ricorda Furdyna. “Le azioni che compiamo, come il pompaggio dell’acqua sotterranea per irrigare i raccolti, ne riducono l’assorbimento”.

Czerniawski, anch’egli presente al dibattito, ribadisce che quando si parla di risorse idriche non si può guardare solo al proprio orticello. Se intendiamo intervenire, dobbiamo farlo in modo saggio e tenendo conto dell’intero ecosistema, perché azioni non coordinate tra loro causeranno danni. “Non possiamo semplicemente collocare una soglia fluviale o una condotta forzata in una posizione più alta e non preoccuparci di ciò che accade a valle”, avverte.


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Gli argomenti degli esperti non sembrano convincere gli allevatori locali, i quali sostengono di “combattere per la sopravvivenza e la sicurezza alimentare” poiché “un solo salmone non basterà per tutti”. 

L’idrobiologo Tomasz Krepski mette in guardia contro simili affermazioni. “Se non ci occupiamo di tutti i livelli di questo ecosistema, avremo dell’acqua che non ci servirà a nulla”. 

Quale sicurezza alimentare?

Furdyna si domanda di quale sicurezza alimentare parlino gli allevatori della regione di Drawsko. “Il 10 per cento della produzione attuale basterebbe a sfamare l’intera società polacca”. 

Nel 2022 la Polonia ha esportato una quantità record di prodotti agroalimentari per un valore di quasi 47,8 miliardi di euro. Il valore delle esportazioni è aumentato del 27 per cento rispetto al 2021, il che colloca il paese al settimo posto nell’intera Unione europea. L’anno scorso le esportazioni sono cresciute di un ulteriore 16 per cento. La maggior parte dei prodotti, quasi un quarto, è stata venduta in Germania. 

Si trattava in particolare di sigarette, pollame, pesce affumicato (soprattutto salmone) e cibo per cani e gatti.  

Il valore delle esportazioni della carne di pollame è aumentato del 67 per cento. Oggi la Polonia è il quarto maggior produttore al mondo e leader nell’Unione europea. “Che vantaggi me ne vengono da questa nobile posizione? I fiumi strabordano di escrementi di gallina”, commenta Furdyna, furioso. L’allevatore vorrebbe che nella sua regione ci fossero più aziende biologiche che “non sfruttino così tanto il suolo e l’acqua come fanno l’agricoltura e l’allevamento aggressivi”.  

Secondo Furdyna, la regione di Drawsko è perfetta per l'agricoltura biologica. “Verrebbero da tutta la Polonia per acquistare i nostri prodotti biologici. Prendiamo esempio dal progetto rurale di Juchowo e dall’ecovillaggio di Brodowin in Germania”.

The greater tussock-sedge grows on the bank of the Dobrzyca River. | Photo: ©Marek Kowalczyk
Sulla riva della Dobrzyca cresce il carice maggiore. | Foto: ©Marek Kowalczyk

Come funziona in Germania? 

La cooperativa agricola Ökodorf Brodowin, nel nord della Germania, ha visto la luce nel 1991, dopo la ri-privatizzazione delle terre e la riunificazione del paese. Gli attivi abitanti del villaggio hanno deciso di passare all'agricoltura biologica e di utilizzare metodi di coltivazione biodinamica, anche se allora “non c’era un mercato per l'agricoltura biologica e nel villaggio se ne sapeva poco", ricorda Ludolf von Maltzan, attuale direttore della cooperativa, dove lavora da quasi 18 anni. “È così che la gente del posto voleva proteggere la natura. Erano ben consapevoli del carattere unico di questa regione”.

Near the Brodowin eco-village, in Germany. | Photo: ©Marek Kowalczyk
Near the Brodowin eco-village, in Germany. | Foto: ©Marek Kowalczyk

Brodowin si trova all'interno della riserva naturale Schorfheide-Chorin, circondata da sette laghi nel bacino idrografico dell'Oder, un’oasi ornitologica. Si possono fare passeggiate in bicicletta, acquistare formaggi e salumi di produzione locale. Von Maltzan vorrebbe conoscere più agricoltori biologici in Polonia. 

Potrebbero vendere i loro prodotti anche nel negozio biologico del villaggio. “L'interesse per l’alimentazione biologica è cresciuto notevolmente negli ultimi trent'anni”, afferma von Maltzan. Nel 2021 la Germania si è imposta come uno dei principali mercati per i prodotti bio a livello mondiale.  

“La gente è curiosa di quello che facciamo. Riceviamo migliaia di turisti ogni anno. Vengono qui non solo per i prodotti ma anche per la natura. Si può nuotare in tutti i laghi, le condizioni dell’acqua sono buone: l’Ufficio regionale per l'ambiente del Brandeburgo ne verifica la qualità ogni anno”, rassicura von Maltzan. 

The Płociczna River in the Drawieński National Park with visible remains of eel catching structures. | Photo: ©Marek Kowalczyk
La Płociczna nel Parco nazionale Drawieński con i resti visibili di strutture usate per catturare anguille. | Foto: ©Marek Kowalczyk

Non si può dire lo stesso per i laghi della regione polacca di Drawsko. Le condizioni ecologiche e fisico-chimiche di quasi tutti quelli della zona sono allarmanti. “La crisi idrologica è già iniziata. Abbiamo a che fare con fioriture di cianobatteri intense, cicliche ed estremamente pericolose”, avverte Czerniawski. Solo il Lago Siecino si difende ancora in modo abbastanza efficace. Czerniawski lancia un appello a proteggere i luoghi a rischio, invece di concentrarsi su quelli già compromessi.

Le scarse condizioni in cui versano i laghi della regione di Drawsko hanno un impatto negativo sull’Oder, poiché anche i fiumi che hanno origine dai laghi sono inquinati e non sempre riescono a ripulirsi. “Continuiamo a fingere di guarire l’Oder, ma non facciamo altro che peggiorarne la malattia. Dobbiamo cambiare mentalità”, sottolinea Czerniawski. “Ci concentriamo sempre sul garantire l’acqua alle persone piuttosto che ai fiumi e ai laghi e, di conseguenza, alle persone stesse. Ma forse qualcosa cambierà, finalmente”.

L’accordo di coalizione del nuovo governo polacco fa riferimento alla promessa di “adoperarsi per proteggere i fiumi”. Allo stesso tempo, i lavori di sistemazione del tratto frontaliero dell’Oder non sono stati ancora fermati, nonostante il Tribunale amministrativo di Varsavia nel dicembre 2022 abbia deciso di sospendere le attività per il rischio di effetti irreversibili sull’ambiente. 

Ecco perché Furdyna è scettico riguardo al nuovo governo: “La vittoria della Piattaforma Civica [partito centrista che ha vinto le  ultime elezioni] non mi fa fare ancora i salti di gioia dall’ottimismo. Aspetto i risultati”. 

Cambiare la situazione è possibile?

Secondo Furdyna, se vogliamo salvare l’ecosistema dell’Oder questa è l’ultima chiamata per cambiare qualcosa. “Se continuiamo a gettare cemento, a raddrizzare fiumi e ruscelli, ad accettare in modo acritico l’estrazione delle acque sotterranee, a costruire sbarramenti e dighe che bloccano l’acqua come il sangue nelle vene, a scaricare liquami nei laghi, ci ritroveremo, per così dire, in un buco nero ”.

Furdyna ritiene che la regione dei laghi di Drawsko dovrebbe diventare una riserva della biosfera per “proteggere la comunità locale dall’agricoltura industriale e altre attività nocive”. “Quello che abbiamo è un vero tesoro, un luogo unico in Europa e nel mondo che va tutelato”. 

Questa pubblicazione è stata realizzata con il sostegno finanziario dell’Unione europea. Tuttavia, i punti di vista e le opinioni espressi appartengono esclusivamente agli autori e non riflettono necessariamente quelli dell'Ue o dell'Agenzia esecutiva europea per l'istruzione e la cultura (EACEA). Né l’Unione europea né l’amministrazione erogatrice possono essere ritenuti responsabili.

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