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Il Premio Nobel per la Pace 2022 è stato assegnato il 7 ottobre in un contesto internazionale teso per l'ascesa dell'autoritarismo e la guerra in Ucraina. Altamente simbolico, è stato attribuito all'attivista bielorusso Ales Bjaljacki, alla ong russa Memorial e al Centro ucraino per le libertà civili.
Il comitato del Nobel ha voluto premiare i vincitori di quest'anno che "da molti anni promuovono il diritto di criticare il potere e di proteggere i diritti fondamentali dei cittadini" e che insieme "dimostrano l'importanza della società civile per la pace e la democrazia", ha spiegato la presidente Berit Reiss-Andersen.
Le scelte di Ales Bjaljacki, 60 anni, detenuto dal 2021dal regime di Aliaksandr Lukašenko, e dell’ong russa per i diritti umani e la memoria Memorial (i cui uffici di Mosca sono stati posti sotto sequestro dalla magistratura russa poche ore dopo l’annuncio del Nobel) sono state accolte con entusiasmo dalla comunità internazionale.
La decisione è stata accolta con un certo scetticismo da alcuni commentatori ucraini che non hanno apprezzato di vedere Bielorussia e Russia trattate alla stessa stregua del paese che hanno attaccato. La direttrice del Centro ucraino per le libertà civili, Oleksandra Matviychuk, si è per parte sua detta felice della scelta del Comitato per il Nobel, ma ha chiesto una maggiore mobilitazione della comunità internazionale a favore del suo paese.
