Secondo le ultime previsioni economiche pubblicate il 5 novembre dalla Commissione europea le prospettive di crescita della Slovenia devono essere riviste al ribasso in maniera significativa, riporta Dnevnik.
Nel 2015 l’economia slovena sarà la più lenta a riprendersi tra quelle dell’Ue, e il pil dovrebbe contrarsi del 2,7 per cento quest’anno e dell’1 per cento nel 2014. Con un calo dell’8,7 per cento nel 2013 e del 3,9 per cento nel 2014 soltanto Cipro farà peggio.
La ragione dei pessimi risultati economici della Slovenia è legata essenzialmente alle banche in difficoltà, e gli aiuti del governo, insieme al calo dei consumi, pesano enormemente sul budget del paese. Nonostante le previsioni negative il commissario europeo agli affari economici e monetari Olli Rehn ha comunque elogiato gli sforzi della Slovenia e ha dichiarato che il paese non avrà bisogno di chiedere un programma di assistenza.
“L’Unione non crede più alla Croazia”, titola nel frattempo il quotidiano di Zagabria Jutarnji List, [secondo cui] (www.jutarnji.hr/hrvatska-na-dnu-imat-cemo-najsporiji-rast-bdp-a-u-eu--bolje-ce-se-zivjeti-tek-2015--/1137846/) “stando alle previsioni della Commissione europea la Croazia uscirà l’anno prossimo dai paesi in recessione”, ma avrà il tasso di crescita più basso dell’Ue, ovvero “un simbolico 0,5 per cento”. Soltanto nel 2015 tornerà la crescita, accompagnata dal calo della disoccupazione.
Tra le debolezze della Croazia evidenziate dalla Commissione ci sono la mancanza di investimenti, la scarsa competitività delle esportazioni, il calo dei consumi delle famiglie e l’indebitamento delle banche. Bruxelles sottolinea che gli investimenti stranieri potrebbero essere agevolati da uno snellimento della legislazione e da un migliore utilizzo dei fondi europei.
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