La Stampa pubblica in prima pagina due fotografie, una accanto all'altra: la prima immagine mostra i corpi dei 25 africani morti per asfissia nella stiva di un barcone carico di 271 libici, arrivato il 1 agosto sulle spiagge di Lampedusa. "Intossicati dai gas del motore, sono stati picchiati dai compagni di sventura mentre provavano ad uscire", perché "non c'era spazio sulla barca", hanno riferito testimoni al quotidiano di Torino, "sono morti come topi". La seconda fotografia, scattata lo stesso giorno, mostra la guerriglia occorsa a Bari, inscenata da un gruppo di migranti africani: esausti dopo esser stati trattenuti per sette mesi nel centro di accoglienza per i richiedenti asilo, "al grido di 'papier papier', hanno dato il via a una serie di blocchi e devastazioni che si sono conclusi con il bilancio di sessanta feriti tra poliziotti, carabinieri e gli stessi migranti". La protesta, scrive La Repubblica, si è allargata alle città di Crotone, dove i "migranti hanno emulato gli scontri di Bari", e Nardò, dove "400 braccianti nordafricani hanno incrociato le braccia per protestare contro la paga bassa". L'anno scorso gli immigrati africani di Rosarno, in Calabria, diedero luogo a violente proteste, dopo esser stati "trattati come bestie dagli italiani".
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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