Crisi di governo in Italia

“Un’umiliazione che ci sprofonda nel caos”

Il 28 settembre le dimissioni dei cinque ministri del Pdl dal governo di Enrico Letta hanno provocato un terremoto nella politica italiana. La scelta di Silvio Berlusconi è criticata da quasi tutta la stampa nazionale.

Pubblicato il 30 Settembre 2013 alle 12:40

Il leader del Pdl ha scatenato la crisi a pochi giorni dal voto del senato sulla sua decadenza da parlamentare in seguito alla condanna per frode fiscale. Il motivo addotto è il rifiuto di avallare l'aumento dell'iva da parte del governo.

Il Corriere della Sera si fa portavoce dei moderati a cui tradizionalmente si rivolge, ma anche degli elettori di Berlusconi "indignati" per lo strappo. Secondo il direttore Ferruccio de Bortoli

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La scelta irresponsabile di Berlusconi e dei suoi fedelissimi […] ha il sapore amaro dei gesti inconsulti e disperati. Non serve a nulla. Non modifica di un palmo il destino giudiziario del Cavaliere, ma spinge un Paese in ostaggio sull'orlo di un nuovo baratro. La spallata al governo Letta […] procura un danno incalcolabile soprattutto al proprio elettorato di riferimento formato da famiglie e imprese. […] L'argomento, agitato ieri anche dal Cavaliere, di una reazione d'impulso all'eccesso di tassazione, è strumentale e privo di senso. I costi del pronunciamiento di Arcore, nel caso la situazione precipitasse e si andasse a nuove elezioni, sono presto fatti. I modesti segnali di ripresa svaniscono, i grandi investitori internazionali diffidano ancora di più di un Paese che non capiscono, e nel quale non rischiano i loro soldi. Il costo del debito è destinato a salire. […] Le imprese continuano a morire, e molte altre non riescono a sfruttare la brezza della ripresa a vantaggio dei loro concorrenti di Paesi più stabili e seri. […] I posti di lavoro continuano a diminuire. La legge di Stabilità, con il rischio sullo sfondo di un imbarazzante esercizio provvisorio, viene scritta su dettatura di Bruxelles. I benefici di un'uscita nel maggio scorso da una procedura di deficit eccessivo, scompaiono. Il governo che vincerà le prossime elezioni sarà probabilmente costretto a firmare una resa incondizionata alla troika formata da Unione Europea, Banca centrale e Fondo monetario.

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Anche il direttore de La Stampa Mario Calabresi prende posizione contro una crisi "inutile e disastrosa":

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La decisione a sorpresa di Silvio Berlusconi di far dimettere i suoi ministri, per far crollare il governo, è un colpo durissimo per il nostro Paese. Un’umiliazione che ci sprofonda nel caos, nella mancanza di credibilità, che ci rimette sotto esame, che conferma ogni peggior stereotipo sugli italiani. Nella settimana in cui dovremmo solo discutere del fatto che la prima azienda telefonica nazionale passa in mani straniere o che la nostra compagnia aerea di bandiera presto non sarà più tricolore, siamo risucchiati nel gorgo dei problemi giudiziari di un uomo solo. […] Tra quindici giorni andrà presentata la legge di stabilità, il passaggio chiave per chi come noi ha i conti pubblici a rischio; il 15 novembre arriveranno le pagelle europee; il nostro debito è risalito pericolosamente; il Fondo Monetario proprio due giorni fa è tornato a parlare di Italia a rischio. E noi, che avremmo un disperato bisogno di uno scudo di protezione e di credibilità, ci presentiamo al giudizio nudi e disarmati.

Sulla stampa schierata con Berlusconi il tono è assai diverso. Il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti accusa il premier Enrico Letta e le sue tasse di aver "fatto cadere il governo" e difende la scelta del Cavaliere di proteggere i suoi interessi in vista delle prossime elezioni.

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Ancora una volta - come succede da 18 anni a questa parte - politici e commentatori non hanno capito nulla. Pensavano, temevano o, a seconda dei casi, auspicavano, che Berlusconi avrebbe fatto cadere il governo come reazione alla sua vicenda personale.Non è accaduto, nonostante una sofferenza e un senso di ingiustizia enormi. Non è accaduto per senso di responsabilità, come si usa dire con retorica in queste circostanze, ma soprattutto perché Silvio Berlusconi non ha voluto mettere a rischio l'unico patrimonio, dopo i figli, al quale tiene veramente: i suoi elettori. […] Che fine avrebbero fatto i non pochi voti di cui dispone se il Pdl avesse avallato una decisione che mette le mani nelle tasche degli italiani? […] Caduto Letta, cosa succederà non lo sappiamo. Ma oggi abbiamo una conferma: chi vuole più tasse è incompatibile con Forza Italia.

Un partito di cui Berlusconi ha recentemente annunciato la rifondazione e che alle prossime elezioni dovrebbe sostituire il Pdl, considerato troppo indisciplinato. Su La Repubblica Ilvo Diamanti scrive che

Berlusconi dispone ancora di consenso politico e, ancor più, di potere economico e mediatico. E li usa, se non per imporre le proprie scelte, almeno per interdire quelle altrui. Un ultimatum dopo l'altro. E ancor prima, per controllare il dissenso che si diffonde, in modo aperto, nelle sue fila. Per questo Berlusconi resiste. Fino all'ultimo. Perché lotta per la propria sopravvivenza  -  politica  -  ma anche per quella di Forza Italia. […] Per questo ha trasformato la vita politica in una campagna elettorale permanente. E oggi, per resistere alle minacce esterne e alle tensioni interne al partito, ha bisogno di nuove elezioni  -  al più presto. Nei primi mesi del 2014, se non entro l'anno.

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