Idee Elezioni anticipate in Grecia

Verso un governo di unità nazionale

A prescindere dal risultato delle politiche del 25 gennaio, la Grecia finirà coll’essere governata da un governo di ampio consenso, perché soltanto così Atene potrà affrontare i propri creditori. Lo scrive il direttore di I Kathimerini.

Pubblicato il 5 Gennaio 2015 alle 21:29

A tutti noi piacerebbe avere una sfera di cristallo che ci mostri che cosa accadrà alla Grecia nei prossimi mesi. Alcuni prevedono che dopo 70 anni all’opposizione la sinistra finalmente conseguirà una vittoria, altri pensano che la sinistra al governo potrà durare soltanto poco, e altri ancora dalle elezioni anticipate del 25 gennaio si aspettano un cambiamento radicale dello status quo. Prevedere con esattezza che cosa accadrà in Grecia è diventato sempre più difficile dall’inizio della crisi, e nessun sondaggista o esperto può dichiarare di sapere con certezza che cosa accadrà a breve.

Se toccasse a me fare una previsione, tuttavia, direi che prima o poi nel 2015 la Grecia sarà governata da un’ampia coalizione incaricata di salvare il paese. Non so come vi arriveremo e non mi interessa neppure quale partito o personaggio politico guiderà il governo. A prescindere dal risultato elettorale una cosa è certa: a un certo punto, intorno a marzo, la Grecia si ritroverà in grossi guai.

So che questa idea risulterà sgradita ai più strenui sostenitori di alcuni partiti politici che credono che dietro ogni tentativo andato a vuoto della classe politica al governo ci sia una cospirazione. Il compito di governare la Grecia, in ogni caso, ormai non è solo complesso, ma è anche erto di pericoli. La crisi continua a incidere pesantemente sia sui partiti sia sui leader politici. E [[ben presto il paese si troverà alla prese con un dilemma veramente difficile che richiederà di essere affrontato e risolto chiaramente.]]

La Grecia può non aver bisogno di un referendum per decidere se debba o meno restare nella zona euro; una crisi bancaria o un altro evento del genere potrebbero essere sufficienti a toglierci il peso di dover prendere una scelta del genere.

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Il paese non può più affrontare nulla di radicale. La popolazione è esausta e disperata, le istituzioni e coloro che dovrebbero farle funzionare sono ormai allo stremo. La Grecia dovrà intrattenere nuovi importanti negoziati con i suoi creditori, e solo un governo di ampio consenso potrà gestirli.

Ma non basta: come è ampiamente risaputo, la Grecia avrà bisogno di un governo serio, che lavori, e qualsiasi tentativo di presentare una formazione di governo migliore di come è ora di sicuro dovrà dimostrarsi all’altezza e riuscire a farcela. Ci occorre un governo in grado di prendere tempestivamente le decisioni e di applicarle.

Così come vanno le cose al momento, pare impossibile raggiungere questo risultato, tenuto conto della polarizzazione politica. La popolazione, però, potrebbe dimostrare di essere saggia oltre ogni aspettativa e dare prova di un forte istinto di sopravvivenza imponendo ciò che al momento sembra irrealizzabile: un consenso nazionale che garantisca che nessuno condurrà pericolosi esperimenti su ciò da cui dipende il destino stesso del paese.

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