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L’Europa del futuro, vista dalla Bulgaria: tra la svolta nazionalista e il declino ambientalista

Il futuro della Bulgaria dentro l’Ue dipenderà dalla sua stabilità politica e da chi voteremo e manderemo a Bruxelles.

Pubblicato il 28 Marzo 2024 alle 13:32
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Il 2024 si prospetta come un anno decisivo. I cittadini di più di 50 paesi di tutto il mondo saranno chiamati a votare, e alcuni di questi in Europa (a marzo scorso in Portogallo, in Austria in autunno). E, naturalmente, il voto per il Parlamento europeo, che sarà determinante per capire la direzione delle future iniziative politiche.

Gli incarichi più influenti in Europa — la presidenza della Commissione europea e del Consiglio dell’Ue, che rappresenta gli stati membri — saranno assegnati nel periodo in cui la Presidenza di turno sarà nelle mani dell’Ungheria di Viktor Orbán, notoriamente euroscettico. 

A Orbán spetterà il compito di rappresentarci nel mondo in uno dei periodi più burrascosi che l’Ue abbia mai affrontato, e il suo ruolo alletta diversi politici del blocco dell’Europa orientale (anche se il Partito Popolare europeo sta già mettendo a punto un piano per limitare le sue funzioni o eventualmente sostituirlo con la figura del Commissario). 

Si prevedono inoltre cambiamenti notevoli sia nel numero di membri al Parlamento europeo (che aumenterà di 15 seggi) che nella sua composizione. 

Il 2024 sarà un anno di svolta per la Bulgaria ma anche per l’Ue, sia sul fronte nazionale che internazionale. La fine del mandato della “transizione verde” lascerà spazio a nuove questioni in agenda: stabilità economica e sociale e Stato di diritto in primis. 

Il successo di questa nuova Unione europea sarà determinato dalla sua capacità di lavorare unitamente alla promozione di riforme efficaci nonostante la presenza a Bruxelles di estremisti nazionalisti. Una sfida che pare già persa in partenza. 

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