Libero scambio contro lo spionaggio

Gli europei minacciano di sospendere i negoziati sul trattato di libero scambio con gli Stati Uniti per protesta contro le intercettazioni di cui sono oggetto. Ma secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, questo genere di accordo è nel loro interesse perché instaura una maggiore trasparenza fra i partner.

Pubblicato il 2 Luglio 2013

Il caso Snowden getta un’ombra sui futuri negoziati sul trattato di libero scambio transatlantico, giudicati promettenti in occasione della recente visita di Barack Obama.

Se in effetti l’Nsa – uno dei servizi segreti americani – avesse spiato i suoi alleati europei su vasta scala, come sostiene il suo ex dipendente Edward Snowden, la vicenda rischia di dare un serio colpo al rapporto di fiducia fra gli Stati Uniti e l’Ue.

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Gli Stati Uniti hanno perso la superiorità morale

“Secondo rabbia dell’opinione pubblica europea scatenata dalle ultime rivelazioni di Edward Snowden, l’ex dipendente della National Security Agency, è fuori luogo, perché “i paesi amici si spiano reciprocamente da millenni”.
Tuttavia lo scandalo rischia di compromettere qualcosa di più dell’avvio dei negoziati Usa-Ue, aggiunge il quotidiano economico:

La vicenda ha indebolito la credibilità di Washington proprio mentre sta cercando di guidare la lotta al cyber spionaggio cinese. L’indignazione europea farà il gioco dei critici cinesi che accusano gli Usa di adottare il principio dei due pesi e due misure. Ma anche le compagnie e i governi europei sono stati colpiti, e l’Ue farebbe un grosso errore a permettere che questa disputa scatenata dallo spionaggio Usa (fastidioso ma non certo sorprendente) distolga l’attenzione dai cyber eserciti al soldo della Cina, che al momento rappresentano una minaccia reale e prioritaria.

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