Fino al 2017 la casa di Susana (abbiamo cambiato il suo nome a sua richiesta) era circondata da alberi di sughero, carrubi e vigneti abbandonati. Nel giro di pochi mesi, il paesaggio intorno si è trasformato in filari di alberelli che spuntano dalla dura terra rossa. Oggi, dopo quattro anni, le piante di avocado sono alte tra i tre e i quattro metri e quasi pronte per il primo raccolto di questo frutto, tanto di tendenza quanto fotogenico sui feed di Instagram.
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La zona rurale intorno a Lagos, nella regione sudorientale portoghese dell’Algarve, era storicamente coltivata con frutti citrici come arance e limoni, mandorle e viti, piante che crescono bene nell’ambiente piuttosto secco che caratterizza la regione.
Negli ultimi anni, la crescente domanda di avocado ha portato molte aziende a investire nel frutto tropicale, allontanandosi dai prodotti tradizionali. A pochi chilometri da casa di Susana, un’azienda locale, Frutineves, nel 2019 ha piantato circa 120 ettari di avocado, motivo per il quale Susana e altri residenti hanno deciso di agire.
Perché? Quando l’azienda ha iniziato ad impiantarsi molti residenti e vicini hanno assistito a uno stravolgimento del paesaggio e della vegetazione. Susana e altri si sono anche resi conto che il livello dell’acqua nei loro pozzi privati era molto più basso durante le stagioni estive rispetto agli anni precedenti.
La correlazione tra il livello più basso dei pozzi e gli avocado non era chiara, dato che la zona è tra i primi posti in Europa per la scarsità delle precipitazioni: di anno in anno le siccità stagionali sono sempre più lunghe e i pozzi sono spesso la principale fonte di acqua per l’agricoltura, il giardinaggio privato e, in alcuni casi, l’acqua corrente. Poiché l’azienda non ha condotto alcuno studio ambientale prima dell’inizio dei lavori, obbligatorio per legge, Susana e altri otto residenti hanno deciso di fondare un’associazione (Regenerarte) e hanno fatto causa. Ufficialmente i lavori sono stati bloccati dall’autorità locale, ma l’azienda ha continuato ad espandere la piantagione.
Lo studio sull’impatto ambientale è stato reso pubblico nel novembre 2020, e Regenerarte ha promosso una petizione per chiedere più trasparenza e controllo sull’uso della falda acquifera. Lo studio ha dato il via libera alla nuova piantagione, facendo riferimento a un’unica ricerca, prodotta dalla Drap (la Direzione Regionale dell’Agricoltura e della Pesca), che ha valutato positivamente la coltivazione degli avocado nell'Algarve. Lo studio giungeva alla seguente conclusione: “Tuttavia, in una situazione di siccità o scarsità d’acqua nella regione (eventi sempre più frequenti), la disponibilità d’acqua può rappresentare un problema”.
“Una minore disponibilità d’acqua non è, allo stato attuale, un’ipotesi, è una certezza", ha dichiarato la Piattaforma per l’acqua sostenibile (Pas) dell'Algarve, di cui Rege…