Il Museum aan de Stroom.

Anversa scommette sul Mas

Inaugurato il 17 maggio, il Museum aan de Stroom — "Museo sul fiume" — ha il potenziale per aumentare la visibilità internazionale della città fiamminga. Ma per risolvere i suoi annosi problemi urbanistici ci vuole ben altro, scrive un urbanista belga.

Pubblicato il 20 Maggio 2011 alle 14:29
Stijn Hosdez  | Il Museum aan de Stroom.

Lo scrivevo già un anno fa: "La torre del nuovo secolo si trova ad Anversa, con i suoi 65 metri di altezza sull'Eilandje [la piccola isola in fiammingo], là dove in passato il vecchio porto puzzava ancora di nafta, il vento gonfiava le vele e risuonavano rumori metallici. Con il Museum aan de Stroom [museo sul fiume] – divenuto Mas, in questi tempi di contrazioni e abbreviazioni – Anversa non solo ha ottenuto una nuova torre, ma un vero e proprio fenomeno. Un fenomeno urbano".

Mentre il Park Spoor Noord ha sul piano orizzontale una portata europea, il Mas ha sul piano verticale una dimensione internazionale. Di fronte a questo edificio si ha finalmente l'impressione di trovarsi in una grande città, in una metropoli, insomma nel mondo che conta. Il Mas può essere sfruttato come simbolo urbano, analogamente alla Tour Eiffel, per mettere meglio in valore Anversa. Un simbolo che potrà essere raffigurato sulle tazze, sui bastoncini del gelato e sui souvenir. Del resto l'architetto che l'ha concepito, l'olandese Willem-Jan Neutelings, ha chiesto i diritti sull'immagine, il che dimostra che questa forma di marketing è redditizia.

Anversa è più bella? Sì, o quasi. Un Mas non fa primavera. Anversa deve avere un approccio più coerente nei confronti della qualità. Durante lo stesso periodo (la progettazione del Mas risale al 1999!), Michel Jaspers ha costruito un obbrobrio come la Kievitplein e la mostruosa scuola superiore all'inizio dell'Italiëlei. Inoltre due blocchi di abitazioni sono apparsi sul Kattendijkdok e abbiamo assistito alla tragicommedia dell'edificio concepito da Zaha Hadid, mentre Richard Rogers ha ricevuto una fortuna per un palazzo di giustizia già passato di moda. Il Mas compensa solo in parte tutto ciò.

Si tratta di un miglioramento per Anversa? No. L'effetto Bilbao (valorizzata a livello internazionale grazie a un solo edificio, il museo Guggenheim) non ha mai avuto effetti positivi sul contesto sociale in questa città, per non parlare poi della soluzione dei problemi urbani. Il Mas susciterà certamente una certa euforia. Si elogerà una vita urbana appassionante e creativa. Richard Florida [sociologo americano inventore del concetto di città creativa], sarà certamente citato in lungo e in largo. Ma bisogna fare attenzione.

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Anversa, come tutte le città delle Fiandre, d'Europa, di tutto il mondo, vede i giovani delle classi medie scomparire in direzione delle periferie fra la città e la campagna, mentre i più poveri e i cinesi li sostituiscono nei monolocali del centro. Anversa, come tutte le città, deve fare concorrenza con la sua offerta (troppo cara e di cattiva qualità) rappresentata da un patrimonio immobiliare invecchiato, a zone urbane più organizzate. Tutto ciò nell'ambito di un sistema che rifiuta di prendere in considerazione il costo della mobilità e dello spreco dello spazio.

Il problema di Anversa e tutte le altre città fiamminghe viene dai poteri pubblici, che devono mettere fine alla loro pretesa agitazione festiva e alle loro sterili idee urbane, e impegnarsi in una vera politica urbana. Per prima cosa le Fiandre devono lanciare un piano Marshall mettendo sul tavolo una somma colossale per ristrutturare le vecchie abitazioni (circa metà della città) e renderli efficienti da un punto di vista energetico e finanziario, in modo che la città appartenga e si rivolga di nuovo a tutti.

"Mas que nunca" (più che mai) era nel 1984 lo slogan di Barcellona, che si stava trasformando da città morta in luogo pieno di vita [in occasione delle olimpiadi del 1992]. Si è molto investito su questa città. La speranza è che il Mas di Anversa possa diventare il motore "mas que nunca" di un rinnovamento dell'intera città di Anversa e di tutte le città fiamminghe. Per fare in modo che la città non si debba accontentare di un semplice lifting, ma possa diventare una città non solo più bella, ma anche migliore. (traduzione di Andrea De Ritis)

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