I loro aerei avrebbero potuto incrociarsi nei cieli sopra l'Europa. Il primo marzo il nuovo presidente ucraino Viktor Janukovich era a Bruxelles per il suo primo viaggio all'estero. La stessa sera il suo collega russo Dmitri Medvedev arrivava a Parigi per una visita ufficiale di tre giorni. Un va e vieni che riflette bene le contraddizioni dell'Europa.

Anche se filorusso, Janukovich ha voluto affermare che "l'integrazione nell'Ue è la principale priorità della politica estera" dell'Ucraina. La sua scelta di andare a Bruxelles prima di recarsi a Mosca è considerata una vittoria diplomatica dai Ventisette, che dai tempi dalla rivoluzione arancione del 2004 cercano di portare il paese nella sfera occidentale. Anche se non è concorde sull'opportunità di offrire a Kiev l'adesione, l'Ue condivide la volontà di sostenere la modernizzazione dell'Ucraina e l'autonomia del paese nei confronti degli interessi di Mosca. E a quanto pare questa posizione comune sembra a poco a poco portare i suoi frutti.

Al contrario, la Russia di Medvedev (e del suo primo ministro Vladimir Putin) resta un motivo di divisione. A Parigi si è parlato dei contratti sulle forniture di gas, già conclusi, e di quelli militari, ancora allo studio. Due argomenti che hanno provocato la collera di diversi altri stati membri dell'Ue. "La Francia contribuisce all'indebolimento dell'unità dell'occidente", scriveva il settimanale romeno Dilema Veche all'inizio della settimana. Se infatti la Francia dovesse vendere alla Russia le quattro navi militari Mistral, verrebbe meno una solidarietà fondamentale per il buon funzionamento dell'Europa. Ma al tempo stesso considerare la Russia come una potenza interessata solo alla divisione degli europei e con la quale non è possibile alcun dialogo non è una politica viabile.

Nonostante la storia, Russia e Ucraina condividono una caratteristica comune: sono vicine dell'Ue e non possono essere ignorate. A Kiev come a Mosca, l'Europa non sarà credibile né con una politica di opposizione sistematica né cercando degli accordi in funzione degli interessi economici nazionali. L'Europa potrà essere forte solo se gli stati che la compongono si metteranno d'accordo sui valori che vogliono difendere e se definiranno chiaramente quelli che sono gli interessi strategici dell'Ue. Una riflessione che va ben oltre il semplice caso della Russia. (adr)

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Eric Maurice

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