Dati alla mano Gli europei e il consumo di cannabis

La minaccia della prigione non dissuade il consumo di cannabis

Qual è il rapporto tra il consumo di cannabis e prigione? Il media indipendente ungherese EUrologus ha analizzato i dati dei 27 Paesi Ue in relazione al consumo di cannabis e alla legislazione, ovvero come venga punito il consumo. In generale, in Europa, il 27,2 per cento della popolazione ha fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita.

Pubblicato il 29 Settembre 2021 alle 11:27

In Europa, si discute sempre di più del fatto che la minaccia della prigione per i consumatori di cannabis non porta a nessun risultato. Il massiccio uso di risorse delle forze dell'ordine, del sistema previdenziale e della sanità pubblica si è rivelato una costosissima battaglia di Don Chisciotte contro i mulini a vento. Sarebbe meglio, forse, reindirizzare le risorse statali riservate alla punizione dei consumatori di cannabis verso campagne di sensibilizzazione (specialmente per i più giovani) e verso servizi che non stigmatizzino individui già in difficoltà.

Il problema riguarda una larga fetta della popolazione: nell'Europa dei 27, la percentuale di persone che hanno provato cannabis almeno una volta nella vita è in media il 27,2 per cento. In altre parole, più di un cittadino su quattro ha probabilmente fumato erba nei paesi in cui quest'ultima è, in un modo o nell'altro, criminalizzata.

Il 7,6 per cento della popolazione adulta europea (25,2 milioni di persone) ha consumato cannabis nel corso del 2020. I numeri si attestano intorno al 15 per cento nella fascia dai 15 ai 34 anni, con picchi fino al 22 per cento in alcuni paesi. In altre parole: un cittadino adulto su cinque in Europa in teoria, potrebbe avere avuto problemi con la legge. Inoltre, dati recenti mostrano che il consumo di marijuana ha subito una forte crescita dovuta ai lockdown e al distanziamento sociale imposti dalla pandemia di Covid-19.

Le cose non sono semplici come sembrano. Per molti anni, nei paesi europei, gli sforzi della polizia per reprimere l'uso della cannabis sono stati deboli ma costanti, verso una popolazione altrimenti rispettosa della legge. Perfino nei Paesi Bassi, notoriamente permissivi in termini di consumo di droghe, è prevista la prigione per detenzione di cannabis, così come l'Austria, che ha abolito le multe per il consumo di marijuana nel 2016 ma prevede pene di detenzione nei casi più estremi.

Il grafico qui di seguito mostra le percentuali di consumatori di cannabis nella popolazione adulta, sia negli Stati dell'Ue che sanzionano l'uso di marijuana con la prigione che in quelli che non lo fanno. Come mostra l'esempio dei Paesi Bassi, però, la minaccia della detenzione è già di per sé un indicatore ingannevole. EUrologus ha quindi preso in considerazione anche un fattore più complesso ma in qualche modo soggettivo, basato sulla tolleranza reale delle autorità dei singoli paesi, sulla disponibilità della marijuana per scopo terapeutico, i permessi per i "cannabis club" e l'esistenza o meno di alternative alla detenzione.

Nei paesi rappresentati in questo grafico, "potresti andare in prigione per questo" è l'atteggiamento tipico della legge nei confronti dei consumatori. In molti casi, questo è dovuto semplicemente al fatto che l'approvazione di una riforma che avvicini la legislazione alla realtà non è una priorità per i governi interessati; è il caso tra gli altri per Bulgaria, Grecia, Romania, Polonia e (con maggiore incidenza) Ungheria, Slovacchia ed Estonia. La detenzione prevista in questi paesi per l'uso di cannabis non ne scoraggia i consumatori, come mostrano i numeri elevati di Estonia e Finlandia.

Per quanto riguarda, invece,  invece i paesi i cui codici penali fanno allusione a detenzione e/o uso di cannabis, è  interessante notare che una regolamentazione più morbida del consumo di marijuana non genera necessariamente una maggiore percentuale di fumatori di cannabis tra la popolazione adulta.

Partendo da queste considerazioni, possiamo dividere i paesi che non prevedono pene detentive per i consumatori di cannabis in due gruppi: quelli che sono passati a politiche più permissive per ragioni pragmatiche, e quelli che hanno fin dall'inizio adottato legislazioni meno severe, secondo il principio della libertà individuale. Il primo gruppo include Spagna, Repubblica Ceca, Irlanda, Slovenia, Belgio, Portogallo e Lussemburgo. In contrasto con entrambe queste categorie troviamo le leggi meno permissive di Lettonia, Lituania, Italia e Cipro.

Una menzione speciale va riservata ai paesi nordici e all'Irlanda, in cui le iniziali, drastiche politiche antidroga sono state ampiamente alleggerite negli ultimi anni. La Norvegia, paese al confine con l'Ue, ha annunciato una "svolta storica" che prevede l'abolizione della responsabilità penale "per l'uso di droga e l'acquisto e il possesso di piccole quantità di droga per uso personale."

Infine, ci sono paesi membri dell'Ue con un'ampia popolazione di consumatori di marijuana, in cui la detenzione è utilizzata come ultima risorsa, ma la gestione dei consumatori non è tra le priorità di forze dell'ordine e magistratura. Tra questi ci sono Germania, Austria, Paesi Bassi e Danimarca, dove nonostante gli svariati tentativi di legalizzare la cannabis, le riforme appaiono ancora lontane.

Vi sono infine paesi con problematiche legate al consumo di cannabis, come Francia ed Estonia, non hanno ancora fatto grandi passi avanti verso le decriminalizzazione. Nel caso della Francia, sta accadendo esattamente l'opposto: diverse personalità politiche d'Oltralpe hanno reiterato in più occasioni il loro appoggio a politiche più severe avverse sia alla produzione che al consumo di cannabis.

Al di là dell'Europa, sedici Stati Usa oltre alla città di Washington D.C., al Canada e all'Uruguay possono fornire elementi sull'impatto della legalizzazione, ciascuno secondo il proprio grado di esperienza. Generalmente, la legalizzazione ha portato non soltanto ad una riduzione della criminalità e del traffico di droga, ma anche a una migliore presa in carico dei problemi di dipendenza, ad un accesso ridotto alla cannabis per i minorenni e ad un conseguente ritardo nel primo uso.

👉 L'articolo originale di Eurologus


In collaborazione con European Data Journalism Network
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