Rassegna Climatica

La questione climatica è un diritto umano: cittadini e cittadine la portano in tribunale

Alcuni cittadini europei stanno rivendicando proprio il diritto alla sopravvivenza davanti ai tribunali, contro i loro governi. I commenti della stampa sulla sentenza della Cedu dello scorso 9 aprile.

Pubblicato il 25 Aprile 2024 alle 09:41

I giudici ne hanno respinti due, ma si sono pronunciati a favore di una causa presentata dall’Associazione “Elders for Climate Protection” (Anziane per la protezione del clima), composta da 2.500 donne con un’età media di 73 anni e di nazionalità svizzera che hanno denunciato le “inadeguatezze delle autorità elvetiche” in materia di protezione del clima, che potrebbe “nuocere gravemente” alla loro salute in riferimento specialmente ai picchi di calore. La Corte ha ordinato alla Svizzera di pagare all’associazione 80mila euro entro tre mesi. 

Intervistato  da Le Temps, il giudice svizzero Andreas Zünd ha detto che l’ordinanza va considerata in un contesto paneuropeo. “La sentenza non si riferisce soltanto alla Svizzera,” ha detto, “Abbiamo basato la nostra decisione sulla Convenzione dei diritti dell'uomo. Due articoli hanno permesso di stabilire un legame con il cambiamento climatico: il diritto alla vita e il diritto alla privacy [...].È emerso che il riscaldamento globale avrà un impatto notevole sul benessere delle persone e potrebbe persino portare alla morte”.

Vincent Lucchese su Reporterre sostiene  che la condanna della Svizzera è “una bomba”. La realtà scientifica del rischio climatico è stata riconosciuta formalmente sul piano legale. 

Justine Guitton-Boussion e Jeanne Fourneau, sempre su Reporterre, hanno esaminato un altro caso discusso il 9 aprile (e respinto), quello di Damien Carême, europarlamentare ed ex sindaco di Grande-Synthe (cittadina francese a rischio per l’innalzamento del livello dei mari), il primo francese ad attaccare il governo per inerzia climatica: “Mette a rischio la mia vita, quella dei miei figli e dei miei nipoti” ha detto. 

Carême ha perso la causa, così come i 6 giovani portoghesi che, per gli stessi motivi, avevano denunciato ben 32 paesi. In ogni caso, “non finisce qui” hanno detto i giovani a Rita Siza e Aline Flor, che hanno seguito i dibattimenti per Público. “Non abbiamo abbattuto il muro, ma abbiamo aperto una grossa breccia”, ha detto Catarina Mota, una delle sei attiviste. “Tutti i governi europei devono agire subito in conformità con questa decisione. Adesso in tutta Europa la gente si deve adoperare per garantire che i loro paesi si adeguino.” Público e in particolare Patrícia Carvalho, Rui Gaudêncio e Vera Moutinho si occupano di questa vicenda dal 2020, quando gli attivisti avevano un’età compresa tra gli otto e i 21 anni. 

Su ENDS, Conor McGlone ha scritto che dopo questa sentenza spartiacque tutti i cittadini dovrebbero mettere in discussione le politiche dell’Ue per il clima. “I cittadini potrebbero esigere dai paesi dell’Ue di rivedere e, se necessario, consolidare le loro politiche sul clima in base ai principi della Corte europea dei diritti umani.” Si tratta proprio di un successo epocale, per le anziane cittadine svizzere e – ipso facto – per tutti. 

Vittorie come questa ci servono perché, tra l’altro, le battaglie legali stanno andando in direzione contraria e per mettere a tacere gli attivisti del clima si ricorre alla loro incriminazione. Eppure, la giustizia dovrebbe stare dalla loro parte: abbiamo “due anni per salvare il mondo”, è stato l’agghiacciante preambolo del discorso tenuto di recente da Simon Stiell, segretario esecutivo dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC). 


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Ecocidio in Ucraina

La London Ukrainian Review esamina la guerra della Russia contro l’ambiente in Ucraina e le sue ripercussioni globali:“In ‘Vertical Occupation’, Svitlana Matviyenko indaga la natura multidimensionale del danno ambientale che la Russia arreca all’Ucraina. […] In un colloquio con l’analista di politiche ambientali Anna Ackermann, la cofondatrice di Stop Ecocide, Jojo Mehta analizza in che modo l’impatto dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia ha infiammato il dibattito legale. Nel loro dialogo, si è parlato della distruzione della diga di Kakhovka  e delle sue implicazioni per introdurre l’ecocidio come quinto crimine dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale”. 

Di guerra si parla anche nell’articolo di Ferdinando Cotugno per Domani. Nel 2026 un rigassificatore, Golar Tundra,  dovrebbe trasferirsi al largo di Vado Ligure e Savona (Italia nordoccidentale), ma ciò solleva dubbi per l’ambiente e per la sicurezza. Golar Tundra è stato creato per rispondere alla crisi del gas del 2022, ma nel frattempo l’emergenza energetica è venuta meno. 

In seguito all’invasione russa dell’Ucraina, il tema della sicurezza energetica è stato usato dalla Commissione europea per disabituare l’Ue dalla dipendenza dal gas e dai combustibili fossili russi in generale. In ogni caso, molte aziende di combustibili fossili ne hanno fatto uso per giustificare l’acquisto di gas da altri paesi e continenti, per installare nuovi impianti o per orientarsi verso fonti presentate come “verdi”, ma che tali sono solo di rado. 

Numerosi paesi vicini all’Ue, come Marocco e Tunisia, stanno progettando di esportare idrogeno per soddisfare il fabbisogno europeo, e questo rischia di accrescere le pressioni sulle loro risorse e la concorrenza tra loro: ne parlano Achref Chibani, Ghassan El Karmouni e Weilian Zhu in Alternatives Economiques.


Leggi anche

Se vi piacciono i podcast, la rubrica Areale di Cotugno è appena arrivata su Spotify. Nel secondo episodio, l’autore parla del discorso di Stiell, di ombre e di pessimismo e di come usare al meglio queste sensazioni. 

Per esempio, si può evitare di andare a fare shopping. Per Romania Insider, Radu Dumitrescu parla  di un’inchiesta di Greenpeace dalla quale risulta che chi produce mobili per IKEA si rifornisce di legname proveniente dalle ultime foreste vergini rimaste in Europa, situate nei Carpazi in Romania e anche in alcune aree protette Natura 2000. 

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