Lukashenko libera un prigioniero politico

Pubblicato il 17 Aprile 2012 alle 12:54

Andrei Sannikov, uno dei più noti prigionieri politici bielorussi, è stato rilasciato il 14 aprile da quello che l’Independent descrive come “uno dei famosi gulag” del paese. Sannikov, ex viceministro degli esteri e uno dei più popolari sfidanti di Aleksandr Lukashenko alle presidenziali del dicembre 2010, era stato arrestato dopo le contestazioni alla conquista del quarto mandato da parte del presidente bielorusso, ottenuta con un margine sospetto. Sannikov era stato condannato a cinque anni di lavori forzati per aver partecipato a “rivolte di massa”.

In un’intervista al quotidiano londinese Sannikov, che aveva già denunciato le torture subite dai servizi segreti bielorussi (Kgb), ha descritto la sua vita durante i 18 mesi di carcere:

Per gran parte del tempo sono rimasto in isolamento, e quando mi hanno trasferito nella mia ultima prigione agli altri è stato proibito di parlarmi. Se qualcuno mi rivolgeva la parola, anche senza esprimere solidarietà, le sue condizioni di detenzione peggioravano immediatamente o veniva trasferito in un’altro istituto”.

La liberazione di Sannikov, insieme a quella del suo assistente Zmitser Bandarenka, è dovuta in parte alla decisione dei due di chiedere il perdono del presidente. Secondo l’Independent “ciò permette al regime di Minsk di dichiarare che i due hanno ammesso le loro colpe e di vantare la propria magnanimità”.

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La decisione è stata comunque salutata con favore da alcuni, che la considerano un successo della pressione diplomatica dell’Unione europea, che include il bando dei visti e il ritiro degli ambasciatori. Sannikov, aggiunge il quotidiano londinese, ha comunque “ammonito l’Europa a non fare concessioni al regime fino a quando tutti i prigionieri politici non saranno rilasciati”.

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